Un pensionamento agevolato all’ombra del Monte Titano, con vista sull’Adriatico. San Marino ha acquisito negli ultimi tempi un fascino particolare per chi si avvicina alla pensione, che ha ragioni fiscali e la mette in competizione con altri Paesi – come il Portogallo – che attirano i ritirati dal lavoro. Vediamo con Antonio Martino, of counsel di DLA Piper, responsabile del sector Private clients, quali sono i dettagli del trattamento di favore.
La Repubblica di San Marino riconosce un regime fiscale particolarmente vantaggioso ai pensionati che decidano di trasferire la residenza nel Paese, cosiddetta “Residenza atipica pensionati”. In sostanza, l’agevolazione consiste nell’applicare ai redditi da pensione, provenienti dall’estero, un’imposta sostitutiva dell’imposta generale sui redditi delle persone fisiche – corrispettivo dell’IRPEF – pari al 6% del reddito da pensione percepito. L’agevolazione è valida per 10 anni dalla data dell’iscrizione al registro della popolazione residente, trascorsi i quali la residenza si consolida in quella ordinaria sammarinese.
Inoltre, qualora il richiedente abbia ricoperto il ruolo di dirigente o funzionario di un organismo internazionale l’imposta sostitutiva applicata è ulteriormente ridotta al 3% del reddito da pensione percepito. Possono accedere all’agevolazione i percettori di redditi da pensione provenienti da Paesi dell’Unione europea e dalla Svizzera. È inoltre prevista, a talune condizioni, la facoltà per il richiedente di estendere i benefici connessi alla residenza atipica anche ai propri familiari.
Restano, invece, esclusi dall’accesso all’agevolazione i percettori di una pensione “pubblica”. Difatti, la convenzione contro le doppie imposizioni firmata tra Italia e San Marino (come altre convenzioni basate sul modello OCSE), prevede che le pensioni percepite in virtù delle funzioni pubbliche svolte, debbano essere tassate nello Stato ove tali servizi siano stati resi. Pertanto, l’agevolazione prevista dalla Stato sammarinese risulterà in concreto applicabile solo ai percettori di pensioni “private” ed ai lavoratori autonomi in pensione.
Per poter beneficiare dell’agevolazione il richiedente deve essere in grado di dimostrare di: percepire un reddito annuo non inferiore a 50.000 euro lordi (100.000 euro per i dirigenti/funzionari di organismi internazionali) o un patrimonio mobiliare non inferiore a 300.000 euro; non aver mai risieduto a San Marino o avuto la propria residenza nel territorio sammarinese.
Il soggetto richiedente deve, inoltre, aprire un conto corrente presso un istituto di credito della Repubblica di San Marino, essere in possesso di un’assicurazione sanitaria privata a copertura delle proprie spese e acquistare o prendere in locazione un immobile nel territorio sammarinese; non potrà invece accedere al lavoro del settore pubblico, né percepire alcun tipo di contributi da parte dello Stato. Poniamo il caso di un pensionato italiano che percepisca un reddito annuo da pensione pari a 60.000 euro lordi, escludendo dal calcolo le eventuali deduzioni e detrazioni.
Imposta sui redditi delle persone fisiche (IRPEF – Italia): 23% sui primi 15.000 euro (3.450 euro); 25% fino a 28.000 euro (3.250 euro); 35% sui restanti 32.000 euro (11.200 euro) = 17.900 euro. Risulta evidente come nella seconda ipotesi il pensionato italiano, potendo beneficiare della agevolazione disposta dalla legge sammarinese potrebbe conseguire un risparmio d’imposta di ben 14.300 euro.