Il Belgio fa da apripista. Nel 2022 è stato il primo Paese europeo a depenalizzare la prostituzione. Adesso diventa il primo al mondo ad avere una legge che consente ai sex-workers (lavoratori e lavoratrici del sesso) di poter avere un regolare contratto da dipendente, con tanto di contributi sociali, ferie e, un giorno si spera, una pensione.
Un ampliamento dello Stato sociale per una categoria marginalizzata, per moralismo intransigente o mancanza di coperture economiche, però un passo in avanti nelle tutele dopo anni di rivendicazioni.
Ai primi di maggio scorso il parlamento del Belgio ha approvato una legge che dunque consente alle persone che lavorano con il sesso – categoria che include chiunque offra servizi legati alla sfera sessuale in cambio di denaro, come escort ed attori e attrici porno, e di cui fanno parte sia donne che uomini e persone non binarie – di ottenere regolari contratti di lavoro da dipendenti.
La legge fa parte di un programma di riforme sul tema, partito appunto nel 2022. Fino a qualche mese fa le migliaia di sex worker del Paese (il 95% delle quali sono donne) potevano lavorare soltanto come libere professioniste, e non come dipendenti: potranno ottenere contratti più stabili, e maggiori garanzie sul rispetto degli orari di lavoro, sulla retribuzione e sull’accesso alla previdenza sociale.
Si aggiunga che oltre l’80% delle persone che operano in questo settore è straniero, in maggioranza senza documenti e legato a situazioni di dipendenza da protettori. Chi sceglie (o è costretto) a lavorare in questo mercato non ha mai la possibilità di aprire una partita Iva o avere dei contratti che consentano di avere un posto di lavoro.
Eppure, malgrado il sex work sia riconosciuto in diversi Paesi (come Francia e Paesi Bassi, oltre al Belgio), non vengono tutelati molti diritti come la salute per chi esercita, l’accesso alla pensione e ai documenti per chi è straniero. Un report di qualche anno fa denunciava persino come il più grande problema per queste lavoratrici sia da sempre il rapporto con le forze dell’ordine e il rischio di essere maltrattati dai clienti.