QUANDO LO SCORSO ANNO IL DIRETTORE SPORTIVO DELLA SQUADRA PARTENOPEA, CRISTIANO GIUNTOLI, COMPRÒ KVARATSKHELIA, GLI OPINIONISTI “PROFETI” SOTTOVALUTARONO L’ATTACCANTE – DOPO POCO IL “NEW YORK TIMES” HA CELEBRATO IL SUO TALENTO FATTO DI ACCELERAZIONI FULMINEE – SENZA IL GEORGIANO IL NAPOLI PROBABILMENTE NON AVREBBE VINTO IL TRICOLORE…
Cordoglio a reti unificate. Chi un anno fa, a fine campionato, si fosse trovato in provincia di Napoli e avesse fatto zapping tra le incalcolabili trasmissioni sportive, a questo avrebbe assistito: un misto di rimpianto per il passato e sfiducia nel futuro. Opinionisti dalla carriera dimenticata, signorine generose e imitatori di Caccamo esprimevano disperazione sotto l’onnipresente totem di Maradona. L’occasione appena buttata andava a sommarsi alle illusioni di Sarri abbandonate in albergo. E De Laurentiis avrebbe venduto i “gioielli”: Insigne, Koulibaly, Mertens. Quando mai sarebbe ricapitato di vincere il campionato? Quando sarebbe tornato il Messia? Questa è la chiave. Lo scudetto a Napoli (prima ancora che al Napoli) richiede lo scarto dalla realtà. Si sostanzia nel miracolistico e allude al sacro. Ha bisogno dell’eccezionale alla regola.
Per questo adesso possiamo dire che come sempre è una spina dorsale a reggere un esito (Kim-Lobotka-Osimhen) ma senza l’annuncio dell’imprevedibile quel numero 3 non sarebbe uscito sulla ruota partenopea. E l’annuncio è stato Kvaratskhelia. Kvara chi? Non c’erano profeti in circolazione quando è atterrato all’aeroporto Capodichino. Altri, più attenti e studiosi, segnalavano invece che i georgiani sono gli artisti del calcio est-europeo, giocolieri tra soldati e funzionari, uruguagi d’oriente atti a scompaginare piuttosto che rilegare. E questo Kvara provava circa 7 dribbling a partita, riuscendo nella metà dei tentativi. Come chi? Neymar.
Però. Appunto, però: in Russia, in Georgia, mica al Maradona o al Meazza. Ambidestro. Finché non lo cionca uno dei terzini di Serie A. Capace di accelerazioni micidiali e ripetute. Poi gli piazzano il raddoppio e ciao. Qualcuno si struggeva per il mancato acquisto di Deulofeu. Poi Kvara ha cominciato a giocare e il destino si è rivelato. Devono scomodarsi gli aedi stranieri, ci vuole il timbro del New York Times, per dire. A quel punto “Kvaradona” è ufficiale: non può essere un’allucinazione dei vicoli. Quando tutti gli spazi davanti a lui si chiudono Kvara ha fatto spesso questo: ne ha aperto uno che non c’era. O meglio, nessun altro vedeva. Crea un accordo apparentemente telepatico. A metà del suo affondo un compagno si piazza sulla tre quarti per il dai e vai. Se prosegue verso la bandierina, un altro indica con il movimento il punto in cui crossare e la palla lì arriva. La compilation delle sue migliori azioni circola in rete e viene continuamente aggiornata.