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Posta addio?

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La risposta diplomatica è: «Mi spiace, li abbiamo terminati». La risposta sincera è: «Non li teniamo più, vada all’ufficio postale». […]

La risposta diplomatica è: «Mi spiace, li abbiamo terminati». La risposta sincera è: «Non li teniamo più, vada all’ufficio postale». Al settimo o ottavo tabaccaio respingente ti rassegni allora e vai all’ufficio postale, stacchi il numerino e ti metti in coda per un francobollo da 1,25 euro, aspetti venti minuti, chiedi all’impiegata, che […] va ad aprire una cassetta di sicurezza, estrae un faldone, stacca un rettangolino di carta, lo gira, ci annota a matita un numero, torna allo sportello, apre il computer, scrive e digita e scrive, stampa una ricevuta e ti consegna finalmente il francobollo. […] Per affrancare una lettera serve più tempo e burocrazia che per aprire un conto in banca.

Ma spedirla è ancora più difficile. Le buchette delle lettere, quelle che stavano di fianco alla porta del tabaccaio, sono state eradicate. Entro la fine di questo 2024, come da programma Agcom deliberato due anni fa, il loro numero totale sarà passato da 46.500 a 29 mila. Ma l’obiettivo finale è ridurle a una ogni cinquemila abitanti. Una strage.

[…] Ci sono email e messaggini, ormai le buche per lettere le usa solo il tre per cento degli italiani. Ma quei poveri tre? Le smart-box promesse, le buchette postali intelligenti […] che “sanno” di avere corrispondenza nella pancia e chiamano il postino con un whatsapp, chi le ha viste. […]

E il sistema francobollo-buchetta è stato un medium potente, da quando sir Rowland Hill nel 1837 ebbe il colpo di genio di materializzare una tariffa di trasporto in un rettangolino di carta. Era un token, dicevano, una ricevuta, ma erano anche tre centimetri quadri di immaginario che aggiungevano a una corrispondenza privata un richiamo a cose più grandi, dal volto dei sovrani alle commemorazioni di eventi. Così potenti, nella loro suggestione, quei microbi dell’arte tipografica, che divennero l’oggetto della più potente mania collezionistica mai vista sulla terra.

Opere d’arte applicata, micromedia iconici di comunicazione che raggiungevano gli angoli più sperduti del paese. Le propagande politiche l’hanno sempre ben compreso, i regimi ne hanno fatto il piccolo mattoncino che regge la grande statua del culto della personalità, le democrazie hanno tentato di affidargli messaggi virtuosi (ricordo un francobollo italiano che invitava alla correttezza fiscale, curioso meta-messaggio, una tassa che invita a pagare le tasse…).

E la buchetta li aspettava. Con le sue due bocche aperte: “Per la città” e “Tutte le altre destinazioni”, allusione a un mondo glocale, il comunitario e il planetario affiancati. Ridisegnate nel 1966, quelle sentinelle rosse della interconnessione analogica rassicuravano, dagli angoli delle strade, che era possibile colmare i sei gradi di separazione semplicemente acquistandone il diritto dal tabaccaio a fianco, e dimostrandolo con la marca apposita. Non era un sistema postale, era una visione del mondo.

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