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Northvolt in bancarotta

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Il sogno di una mobilità elettrica europea, indipendente dalla Cina, si infrange contro la dura realtà di un mercato che […]

Il sogno di una mobilità elettrica europea, indipendente dalla Cina, si infrange contro la dura realtà di un mercato che non decolla. Ma anche contro l’ambizione di crescere troppo in fretta che aveva portato il produttore svedese di batterie Northvolt a bruciare le tappe assumendo e creando filiali senza però aver avviato una produzione tale da supportare i piani di sviluppo. Ora l’avventura è al capolinea.

Northvolt ha fatto domanda di fallimento a Stoccolma, dopo che lo scorso novembre aveva chiesto negli Usa la protezione dai creditori ai sensi del Chapter 11.

Il gruppo, spiega la società in una nota, si è trovato a fronteggiare «una serie di sfide complesse» tra cui «l’aumento dei costi di capitale, l’instabilità geopolitica, le interruzioni della catena di fornitura e i cambiamenti nella domanda di mercato» che, assieme a «significative sfide interne nell’avviamento della produzione», hanno «eroso la sua posizione finanziaria».

Quindi, nonostante «l’interesse di potenziali investitori» l’azienda «non è stata in grado di assicurarsi le necessarie condizioni finanziare» e ha dovuto gettare la spugna dopo aver trascorso gli ultimi mesi a cercare di raccogliere un miliardo di euro per assicurare un futuro alla sua unica fabbrica di Skelleftea, in Svezia.

Dopo aver prodotto la sua prima batteria nel 2022, le perdite di Northvolt sono triplicate a un miliardo di euro nel 2023 e il tentativo di quotarsi sulla base di una valutazione di 20 miliardi è fallito, lasciando la società senza fondi nel 2024 e costringendola a licenziare, lo scorso settembre, il 20% dei suoi dipendenti svedesi.

[…] L’epilogo ridimensiona anche le ambizioni europee nel campo delle batterie elettriche, dominato dagli operatori asiatici di Cina, Corea del Sud e Giappone, mentre si leccano le ferite gli investitori – tra cui Volkswagen, Goldman Sachs, Blackrock – che sul gruppo svedese hanno investito 15 miliardi di dollari perdendo praticamente tutto. Anche la fondazione Compagnia di San Paolo ci aveva scommesso circa 40 milioni.

Fondata nel 2015 da alcuni ex manager di Tesla, tra cui l’ingegnere laureato al Politecnico di Torino Paolo Cerruti, Northvolt era presto diventata la start-up europea meglio finanziata, arrivando a raccogliere ordini per oltre 50 miliardi di dollari da case automobilistiche come Volkswagen, Bmw, Scania e Porsche.

Ora, abbandonata da Volkswagen che non può garantire le promesse fatte e sta tagliando gli investimenti nell’elettrico, anche la Svezia e le imprese nordiche che la supportavano si sono arrese: Scania aveva anche avviato la produzione di veicoli elettrici pesanti pensati proprio con i componenti Northvolt che dovrà rivedere. E solo per Northvolt i posti a rischio sono 5 mila. […]

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