“MIO MARITO È UN MOSTRO. DUE ANNI FA HA MOLESTATO SESSUALMENTE NOSTRA FIGLIA JESSICA” – TEFTA MANAJ, LA DONNA SOPRAVVISSUTA ALLA STRAGE DI TORREMAGGIORE, PARLA ALLA TV ALBANESE. E RIVELA I SEGRETI TERRIBILI DELLA SUA FAMIGLIA E GLI ABUSI SESSUALI COMPIUTI DA TAULANT MALAJ, IL PANETTIERE CHE HA UCCISO LA FIGLIA JESSICA DI 16 ANNI E IL VICINO DI CASA, CHE CONSIDERAVA L’AMANTE DELLA MOGLIE – “MIO MARITO AVEVA PIANIFICATO TUTTO. NOSTRO FIGLIO PIU’ PICCOLO DORMIVA NEL LETTINO ATTACCATO AL LETTO MATRIMONIALE. HA PRESO IL BIMBO, LO VOLEVA AMMAZZARE. MI SONO LANCIATA…”
«Mio marito è un mostro. Due anni fa ha molestato sessualmente nostra figlia Jessica. È successo diverse volte. Non solo le ha rovinato la vita, ma l’ha anche uccisa». Sono parole scioccanti che aggiungono orrore a orrore. Le ha pronunciate, in collegamento con la tv News 24 Albania, Tefta Malaj, la donna ferita a coltellate dal marito Taulant, anche lui albanese. L’uomo, sabato scorso a Torremaggiore, ha ucciso Jessica, di 16 anni, e il vicino Massimo De Santis, un pasticcere di 51 anni, che considerava l’amante della moglie.
La donna ha raccontato alla tv le circostanze del delitto e i segreti terribili della sua famiglia. Ha raccontato, pure, che Taulant voleva ammazzare con quello stesso coltello il figlio di cinque anni. «Mio marito — ha detto Tefta in videochiamata con la trasmissione della tv di Tirana — aveva pianificato tutto. Stavamo tutti quanti dormendo. Il bambino dormiva nel lettino attaccato al letto matrimoniale nella stanza. A un certo punto lui ha preso il bambino, il coltello in mano, lo voleva ammazzare. Io mi sono lanciata verso di lui per salvare il piccolo. Mi ha colpito più volte. Mi ha dato tanti colpi di coltello, non ricordo esattamente quanti. Lui faceva il video mentre dava calci e pugnalate con quell’arma tra le mani. Mia figlia dormiva, ha sentito dei rumori, si è alzata. Lui ha colpito anche Jessica. Lui, la nostra figlia non l’ha mai voluta».
Il panettiere, secondo le parole della donna, aveva molestato Jessica. Più volte. Dai primi episodi, due anni fa, la ragazzina aveva smesso di comunicare con il padre. «Se non l’ha denunciato — ha aggiunto Tefta in tv con la voce strozzata dal pianto — è solo per non avere una brutta nomea. Si sa com’è». Una versione, quella di Tefta, che non corrisponde con quella dell’omicida. Taulant ha sempre sostenuto di aver ucciso perché certo che la moglie avesse una relazione con il pasticcere. Una relazione extra coniugale che — sempre secondo la sua versione — andava avanti da due anni. Versione ribadita in parte anche ieri nel corso dell’udienza di convalida: un incontro con i magistrati durato poco poiché il panettiere, ricordando la figlia Jessica, ha avuto un crollo psicologico che non ha consentito il prosieguo dell’interrogatorio.
Nel materiale allegato all’inchiesta, c’è pure il video che l’assassino ha realizzato durante e subito dopo i delitti. Ha inquadrato per primo il corpo senza vita del pasticcere («L’ho perdonata una volta con il primo — lo si sente dire in albanese — questo è il secondo, l’ho accoltellato io stesso, vedi? L’ho ammazzato. Ho ammazzato tutti»). Poi vengono inquadrate la moglie e la figlia, a terra, nella sala da pranzo. Taulant, sempre in albanese, sembra chiedere dove sia il figlio. Con l’intenzione, secondo alcune ipotesi, di uccidere anche il piccolo. Intanto ieri pomeriggio prima che la donna realizzasse l’intervista con la tv albanese, il bambino è stato accompagnato dalla mamma in ospedale. Alla vista della donna, il piccolo si è gettato tra le sue braccia e Tefta è scoppiata in un lungo pianto. Il dolore ha lasciato spazio alla gioia del ritrovarsi. La visita del piccolo è durata un’ora.