Un allenatore gentiluomo fino all’ultimo, una società alla deriva chissà fino a quando. È finita con un cortocircuito surreale la breve esperienza di Paulo Fonseca alla guida del Milan. L’allenatore ha ricevuto la comunicazione dell’esonero al termine del pareggio con la Roma dopo essere già andato in conferenza stampa a rispondere alle domande sul suo destino con la consueta educazione.
La partita, finita con la replica di Dybala al solito gol di Reijnders, era stata preceduta da una corrente di indiscrezioni sul possibile esonero di Fonseca a prescindere dal risultato. Alla vigilia qualcosa si era rotto nel rapporto con il club, alla base della discussione ci sarebbe la scarsa protezione dei dirigenti più le continue voci di un possibile avvicendamento.
Al suo posto il connazionale Sergio Conceiçao che, cercato la scorsa estate, ha continuato a dialogare col Milan ogni volta che tornavano le perplessità intorno a Fonseca, specchio di una fiducia friabile. È una situazione nella quale mancano riferimenti stabili, come dimostra la continua contestazione nei confronti del proprietario Gerry Cardinale. L’esordio di Conceiçao direttamente nella Supercoppa italiana in Arabia Saudita, in un avvicendamento confuso nei tempi e nei modi.