I ladri acrobati questa volta si sono arrampicati fino al terzo piano per raggiungere l’appartamento di Domenico del Giudice, 89 anni, ex giornalista parlamentare Rai in pensione e della moglie Luciana Acampora, di 81 anni. Agili, veloci, senza produrre il ben che minimo rumore: hanno forzato una tapparella, sono entrati nell’abitazione, hanno messo tutto a soqquadro ma l’unico loro vero obiettivo erano le chiavi della cassaforte. Che hanno aperto e ripulito completamente.
Dentro c’erano duemila euro in contanti ma soprattutto i gioielli che “Mimmo” aveva regalato nel tempo alla consorte: in occasione della nascita dei loro tre figli, degli anniversari e dei momenti più significativi. Pezzi originali, fatti realizzare specificamente, con oro arricchiti di brillanti e diamanti, una passione per Domenico che nella sua carriera di giornalista, saggista e scrittore ha viaggiato per il mondo tra mille avventure, anche come inviato in Somalia. Oggetti di cui è difficile stimare un valore, ma che secondo una prima quantificazione non sarebbe inferiore al milione di euro.
Il blitz è avvenuto nel cuore della notte, mentre la coppia dormiva nella camera da letto senza accorgersi di nulla. Forse sono stati narcotizzati, «non lo possiamo sapere, ma non possiamo nemmeno escluderlo», dicono. «Solo nella notte tra giovedì e venerdì intorno alle cinque del mattino – racconta un avvocato – sono scattati improvvisamente insieme tutti gli allarmi, ma perché c’era stato un black-out temporaneo in tutta la zona». Forse qualcuno ha voluto verificare se i Del Giudice dormivano con l’allarme inserito? È uno dei quesiti al vaglio della polizia. Di fatto, Domenico e Luciana l’allarme l’altra notte non lo hanno attivato.
Chi indaga ritiene che il colpo sia stato studiato in ogni dettaglio per opera di «professionisti» che potrebbero avere agito su commissione. Il furto per modalità e precisione nel modus operandi ricorda quello, sempre per mano dei ladri acrobati, che è stato commesso il primo luglio scorso in casa della conduttrice tv Caterina Balivo ai Parioli, portando via Rolex, gioielli e borse per 300mila euro. I banditi, in quell’occasione, approfittarono dell’assenza della Balivo che aveva postato in una storia su Instagram le immagini della vacanza in Spagna che stava trascorrendo con il fidanzato. Un dettaglio che i ladri avrebbero sfruttato.
Tutto pensava Domenico “Mimmo” Del Giudice, 85 anni, giornalista parlamentare in pensione della Rai e Ansa, ex vaticanista e un passato anche da inviato in Somalia, tranne che convalescente a casa dopo un intervento chirurgico di divenire un bersaglio dei ladri. E che ladri: «Dei professionisti», dice.
Domenico lei parla a fatica ed è ancora choccato. Che cosa è successo?
«Siamo andati a dormire la sera come sempre ed eravamo in camera da letto. Verso le sei del mattino mia moglie si è svegliata e come ha messo piede fuori dalla stanza ha iniziato a urlare: “Qui è un pandemonio Mimmo”. Si riferiva alla casa messa completamente a soqquadro. Abbiamo subito chiamato il 112 e aspettato le forze dell’ordine».
Che cosa era sparita?
«Chi è entrato forzando una tapparella, cercava i mazzi delle chiavi, quelle mie e di mia moglie. Erano appoggiati su degli svuota-tasche. E da ci siamo accorti che era sparita la chiave della cassaforte. Quando abbiamo controllato non c’era più niente dentro: avevano ripulito tutto, tutti i preziosi che sono anche i ricordi di una vita».
Ma davvero c’erano oggetti per oltre un milione di euro?
«Il valore esatto direi che è inestimabile. Nel senso che si tratta di gioielli che io, da sempre appassionato, ho fatto realizzare in 63 anni di splendida vita insieme, per mia moglie. Si tratta di pezzi realizzati in maniera originale con oro, brillanti e diamanti. Glieli ho regalati nei momenti più emblematici e importanti della nostra vita, per esempio quando sono nati i nostri tre figli meravigliosi. A questo ho sempre tenuto molto, paradossalmente più io che lei. E adesso tutto è cancellato, tutto è andato perso.
Sono sicuro, per come hanno agito, che i ladri erano ben consapevoli dell’esistenza della cassaforte e di cosa ci fosse dentro».
Ha dei sospetti?
«No, però anche la polizia ce lo ha detto. Questa è opera non di sprovveduti, di una banda che potrebbe avere agito su commissione. Ci avranno pedinato, studiato ogni movimento, pianificando come muoversi nel condominio. Chissà da quanto tempo eravamo finiti nel loro mirino».
Ma non avete un sistema di allarme in casa?
«Sì, ma non lo avevamo inserito. Eravamo dentro, lo mettiamo quando usciamo. Non pensavamo di poterci ritrovare dei ladri nell’appartamento, siamo al terzo piano».
Non vi siete accorti proprio di nulla, nemmeno un piccolo rumore?
«No, nessun rumore, dormivamo».
Vi siete sentiti storditi al risveglio? Possibile che vi abbiano narcotizzato?
«Nessun risveglio particolare, ma chi può dirlo se ci hanno drogati o addormentati?»