Prosegue la diminuzione delle nascite in Italia e della popolazione complessiva. In base all’ultimo aggiornamento della banca dati Istat relativa al bilancio demografico, le nascite nei primi sei mesi del 2024 sarebbero state pari a poco di 178mila bambini, in calo dell’1,4% rispetto ai 180mila dello stesso periodo dello scorso anno. Nel 2023 le nascite dell’intero anno hanno segnato il record storico negativo di 379mila (393mila nel 2022).
Quindi come potrebbe chiudersi l’anno in corso? Per Gian Carlo Blangiardo, ex presidente Istat (appena nominato nel consiglio), professore di demografia, «se le variazioni finora verificate dovessero proiettarsi per l’intero anno il 2024 si chiuderebbe con un ulteriore calo, a 374mila, quindi 5mila in meno».
Insomma, un taglio come l’anno scorso, senza alcun segnale di inversione di tendenza. Blangiardo fa notare come del calo dell’1,4% circa un terzo (0,5%) è da attribuire alla struttura delle donne in età feconda, e non solo riguardo al loro numero, ma anche alla differente composizione della loro età, e quindi ai comportamenti: la propensione alla maternità cambia dunque di anno in anno all’interno di questa popolazione.
«Un dato – aggiunge Blangiardo – salta agli occhi, i 178mila nati nel primo semestre 2024 in sostanza segnano un “ritardo” di due mesi rispetto al 2008, anno dopo il quale è iniziato il calo della natalità (i nati di quell’anno furono ben 576mila, ndr): solo nei primi mesi nacquero 183mila bambini».
Diverso per quanto riguarda i decessi: continua il calo della tendenza negativa che aveva interessato il triennio 2020-2022, in coincidenza con il Covid: nei primi sei mesi del 2024 le morti sono state 319mila, 15mila in meno rispetto agli stessi mesi del 2023 (-4,6%), e ben lontano dal picco delle 374mila del primo semestre 2020, anno nero della pandemia.
Inoltre dai dati emerge una ripresa dei movimenti migratori sia in entrata che in uscita dall’Italia. Le iscrizioni dall’estero (216mila) aumentano del 2,7% sul 2023, le cancellazioni per l’estero (85mila) del 6,2%, determinando un saldo migratorio estero pari a +131mila unità (+0,6% sul primo semestre 2023).