IRON MAIDEN IMMORTALI

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Iron Maiden 07 Luglio 2022 Bologna, Sonic Park. Qui si sarebbe dovuta svolgere la tappa italiana del Legacy of the Beast Tour degli Iron Maiden, leggende viventi dell’heavy metal e della musica tutta che non sono mai entrate nella “Rock and Roll Hall of Fame” malgrado una strabiliante carriera. Ma nel loro metallaro e puro anticonformismo ai Maiden non interessa questo blasonato e patinato riconoscimento, come ha dichiarato qualche settimana addietro il cantante Bruce Dickinson.

Torniamo a Bologna, a quella sera dell’estate scorsa. Fu un pomeriggio caldo e assolato fino a quando la luce del giorno cominciò a cedere al crepuscolo. Poi si alzò una brezza dapprima gentile e balsamica che tuttavia di minuto in minuto crebbe in intensità. Gravi nubi nerissime si radunarono nel cielo oscuro per scaricare infine una pioggia fitta per l’aria impazzita. Bagliore di fulmini, rombare di tuoni.

Un panorama ideale per la musica Metal, non per un concerto all’aperto. Così l’attesissimo evento live degli Iron Maiden, già rimandato durante la lunga notte del COVID, fu annullato pochi minuti prima del suo inizio e migliaia di persone fradice defluirono dall’arena in luttuosa processione verso le uscite. Eravamo tra questa gente e ci colpì il silenzio, la tristezza condivisa di un sogno infranto.

Fu inevitabile e comprensibile, considerate le condizioni atmosferiche davvero estreme, che il concerto della band inglese fosse negato sebbene più tardi, quando le lunghe file di automobili cominciarono ad allontanarsi dai parcheggi, le stelle tornassero ad occhieggiare dalle nubi con la gelida mostruosità attribuitagli da Lovecraft. Il rischio che la bufera estiva degenerasse era troppo alto per la salute del pubblico. I biglietti sono stati rimborsati, ma ci fu chi attraversò mezza Italia per partecipare all’evento e dispiace soprattutto per loro, per quelle persone affrante e stanche incontrate all’autogrill con gli occhi lucidi, alle quali spettò un lungo, oneroso e tetro viaggio di ritorno.

Poco più di un anno dopo quel rito inattuato gli Iron Maiden torneranno in Italia il 15 di luglio, questa volta al’Ippodromo San Siro di Milano. Si tratta di un nuovo tour nominato The Future Past e questa volta dedicato soprattutto all’album Somewhere in Time del 1986 e all’ultimo Senjutsu, sebbene non mancheranno altre canzoni classiche al di fuori di questi. La scaletta è disponibile, ma qui preferiamo tacerla per non negare la sorpresa a chi la esige. Nel poster si vede la marcescente, bellissima “mascotte” Eddie un poco cyborg e un poco samurai, dipinta in una fusione tra le estetiche dei due dischi.

Con la strepitosa copertina di Derek Riggs che rimanda a quella di Killers ma in chiave futuristica e cibernetica, colma di citazioni e richiami al passato degli Iron Maiden, Somewhere in Time segue quel capolavoro che fu Powerslave senza essere tuttavia, nella sua integralità di disco, un capolavoro a sua volta ma “solo” un grande album, sebbene contenga alcune delle canzoni più potenti e ispirate della band. In Somewhere in Time è rivelato il futuro (un nuovo timbro e indirizzo metallaro) dei Maiden in maniera illuminante, tanto da sembrare un album del nuovo secolo, pensato e inciso dopo Brave New World.

Dopo l’inizio assai suggestivo con Caught Somewhere in Time (make you an offer you can’t refuse, you’ve only got your soul to lose…) canzoni comunque pregevoli come la malinconica Wasted Years, la quasi banale Sea of Madness malgrado il suo testo così doloroso e la sperimentale Heaven Can wait sembrano mancare talvolta di forza se non di una convinzione condivisa tra tutti i membri della band.

Ecco però giungere l’esaltante anche quando più elegiaca The Loneliness of the Long Distance Runner ispirata alla novella La solitudine del Maratoneta di Alan Sillitoe, lunga corsa esistenzialista di un giovane problematico. Di nuovo riferimento letterari , questa volta fantascientifici, in Stranger in a Strangeland il cui titolo deriva dal romanzo di Heinlein che è tuttavia preso solo in prestito per trattare una storia di sopravvivenza al Polo Nord. Segue la straniante ma efficace Deja Vu e infine l’immensa, innodica Alexander The Great, dieci minuti di epopea metal-storica travolgente. Almeno per quest’ultima, pare mai eseguita prima in concerto, possiamo anticipare che sarà suonata all’evento di Milano per prepararvi agli epici cori necessari per il ritornello.

Senjutsu, ovvero l’ultimo album degli Iron Maiden uscito nel 2021, è un’opera d’arte metal pensosa e cupa, “vecchia” in un’accezione positiva del termine, ponderata e riflessiva sul presente e sul passato, persino sul futuro. Non ci sono brani dimenticabili in questa nuova opera, ma tra questi si elevano la “title track”, Lost in a lost World, Darkest Hour e Hell on Earth che sono tra le più coinvolgenti canzoni della lunga storia dei Maiden.

In The Future Past Tour ci saranno innumerevoli brani di questo disco fluviale che con gli ultimi e diversissimi album degli Helloween, dei Blind Guardian, dei Megadeth e dei Metallica (malgrado le critiche spesso a priori e prevenute dei fan più radicali e nostalgici della band americana) ribadiscono la vitalità dell’heavy metal in tutte le sue forme.

The Future Past Tour è nell’ambito di The Return of the Metal Gods (organizzato da Vertigo) e prima degli Iron Maiden suoneranno gli Epica, Blind Channel, The Ravenage e soprattutto l’eccellente band finlandese Stratovarius. Si prevede una grande festa metal e che questa volta tuoni e fulmini risuonino solo dagli amplificatori e rilucano dai fari.
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