L’indagine della Procura di Perugia sul mercato delle informazioni riservate sta scoperchiando un “verminaio” di accessi abusivi a banche dati, atti d’impulso illegittimi e possibili collusioni tra esponenti delle istituzioni e giornalisti.
Al centro dell’inchiesta c’è il tenente della Guardia di Finanza Pasquale Striano, in servizio alla Dna, che avrebbe effettuato 800 interrogazioni illegittime ai sistemi informatici della Dna e della Guardia di Finanza.
Dalle indagini è emerso che Striano ha inviato almeno due “atti d’impulso” ad altre Procure, uno dei quali riguardava le “attività finanziarie del partito politico Lega Nord”.
Il procuratore di Perugia Raffaele Cantone ha riferito che l’attività di Striano è stata “mostruosa e inquietante” e ha sollevato dubbi sulla destinazione finale delle informazioni acquisite illecitamente.
Cantone ha inoltre riferito che non ci sono evidenze di contatti con l’estero, ma ha concordato con il capo della Dna Giovanni Melillo sul fatto che una simile attività di raccolta dati difficilmente può essere opera di un singolo.
L’inchiesta si concentra ora sulle relazioni di Striano per verificare eventuali contatti sospetti e sui mandanti di questa attività illegale.
Alcune domande a cui l’inchiesta dovrà dare risposta:
Che fine hanno fatto le informazioni acquisite illecitamente?
C’è stata una fuga di notizie verso l’estero?
Chi ha ordinato a Striano di compiere queste attività?
Quali sono i giornalisti coinvolti e in che modo?
L’indagine è ancora in corso e non si escludono ulteriori sviluppi.
Striano ha elaborato 171 schede di analisi su 1.531 persone fisiche e 74 persone giuridiche.
Ha consultato il sistema dell’Agenzia delle Entrate per 1.123 persone e la polizia per 1.947 persone.
Ha scaricato 33.528 files dalle banche dati della Dna.
Striano ha cancellato molti contenuti dal suo telefono e computer dopo aver ricevuto l’avviso di garanzia.
Una bozza di un atto d’impulso per giustificare gli accessi è stata trovata nel computer di Striano ed è stata redatta da un giornalista.
Il mercato delle Sos è ancora attivo.
L’inchiesta di Perugia sta sollevando interrogativi inquietanti sulla sicurezza dei dati sensibili e sull’integrità delle istituzioni. La speranza è che l’inchiesta faccia luce su questa vicenda e che i responsabili vengano puniti. Questa vicenda purtroppo è solamente la punta di un iceberg molto profondo che ha radici lontane. Da tempo ormai si sa che i dati sensibili sono facilmente raggiungibili e accessibili da sempre in Italia. In Italia la legge sulla privacy rappresenta il segreto di pulcinella…