Gli Ebrei sono una casta campano di rendita in virtù dell’Olocausto

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Insulti antisemiti, odio razziale e omofobia, sono questi gli aspetti più oscuri che emergono nella seconda puntata dell’inchiesta condotta da […]

Insulti antisemiti, odio razziale e omofobia, sono questi gli aspetti più oscuri che emergono nella seconda puntata dell’inchiesta condotta da Backstair, l’unità investigativa di Fanpage.it, sulla giovanile di partito di Fratelli d’Italia. Protagonisti sono sempre i militanti più in vista di Gioventù nazionale, che negli anni hanno collaborato, o collaborano ancora, con i massimi dirigenti di Fratelli d’Italia: come il sottosegretario alla salute Marcello Gemmato, la deputata Ylenja Lucaselli, e l’onorevole Giovanni Donzelli, responsabile nazionale dell’organizzazione di Fratelli d’Italia.

“Dentro Fratelli d’Italia non c’è spazio per razzisti, antisemiti, violenti e nostalgici delle dittature del Novecento” ha dichiarato il deputato Giovanni Donzelli a proposito della nostra inchiesta. A esprimere queste posizioni, però, sono le stesse persone che operano accanto ai parlamentari di Fdi e non semplici “minorenni e ventenni ripresi a loro insaputa in un contesto di informale sguaiatezza” come sostenuto dal presidente di Gioventù nazionale, Fabio Roscani.

A margine degli eventi politici e organizzativi del partito, oltre che nelle chat del movimento giovanile, sono frequenti gli insulti, soprattutto quelli antisemiti, provenienti in particolare da coloro che si sentono costretti a sostenere la solidarietà a Israele come dettato dal governo di Giorgia Meloni.

“Gli ebrei sono una casta, campano di rendita in virtù dell’Olocausto – afferma una militante del circolo di Gioventù nazionale Centocelle – Sono troppi, io li disprezzo come razza, perché oggettivamente è una razza, c’è la razza ariana, c’è la razza ebraica, c’è la razza nera”.

Quando si tratta di organizzare eventi formali, come l’inaugurazione di Casa Italia, però, tra gli invitati figurano ospiti come Ester Mieli, ex portavoce della comunità ebraica di Roma, nonché attuale vicepresidente della commissione Segre per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza.

La partecipazione della senatrice Ester Mieli all’apertura di Casa Italia ha fatto molto discutere: la sua presenza, infatti, non è passata inosservata tra i colleghi della commissione che hanno chiesto una presa di posizione di Mieli rispetto alle immagini che mostrano i militanti di Gioventù nazionale scambiarsi “Sieg Heil!”, e ricordare con nostalgia i tempi dello stragismo nero. Da lei, però, non è arrivata alcuna risposta. Nel video, mostriamo come, durante la polemica con il conduttore di Radio Anch’io, Giorgio Zanchini, Mieli abbia ricevuto il sostegno della comunità dei militanti.

Ma , proprio commentando questa vicenda, mentre si reca alla convention di Pescara del partito, la presidente di Casa Italia, Flaminia Pace, ironizza sul fatto che pochi minuti prima di scrivere il comunicato a sostegno della Senatrice Mieli era “a prendersi per il culo sulle svastiche”.

Durante quello stesso viaggio, come in altre occasioni, tra cui il campo comunitario, i militanti ascoltano le canzoni dei 270bis, la band di rock identitario guidata da Marcello De Angelis, ex portavoce del presidente della regione Lazio Francesco Rocca, costretto alle dimissioni dall’incarico proprio per i riferimenti antisemiti nei suoi testi.

Tale ambiguità si ripropone in più occasioni: durante uno dei volantinaggi organizzati per la campagna elettorale delle Europee i militanti di Gn Pinciano vengono avvicinati da una giovane simpatizzante di Fratelli d’Italia appartenente alla comunità ebraica di Roma, a cui poco dopo si aggiunge anche la madre: “Come ebrea io guardo l’atteggiamento che hanno i partiti nei confronti di Israele, il mio nemico in questo momento sono i terroristi di Hamas che la sinistra sta difendendo”. Uno dei responsabili del circolo Pinciano suggerisce il nome di Elly Schlein come esempio di questa tendenza e la donna risponde: “Quella testa di cavolo che se potessi vederla impalata lo farei molto volentieri”.

A questa affermazione Pace replica: “Pure noi”. Quando la ragazza si allontana il commento di Pace è sprezzante: “Ti pare che dovevamo beccare l’unica ebrea?”. Eppure è la stessa Pace a sottolineare più volte le proprie radici ebraiche quando, in una lettera aperta indirizzata al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e all’allora Presidente del Consiglio Mario Draghi, scrive: “A dimostrazione del fatto che chi è di Destra non è un Fascista, estremista e nostalgico, la famiglia da parte di mio papà è di religione ebraica”.

La violenza verbale verso gli ebrei è presente anche nelle chat di Gioventù nazionale Bari, coordinata dalla presidente provinciale Ilaria Partipilo, che negli eventi pubblici affianca il deputato Donzelli e che ha presenziato al campo comunitario Cabiria, nelle occasioni di formazione politica in cui si cantava “Sieg Heil” e si inneggiava a Mussolini.

Partipilo, quando scrive con i militanti di cui è responsabile li definisce “camerati”, ridicolizza un militante di Gioventù nazionale di religione ebraica, parla di “ebrei infami”, condivide foto di svastiche e croci celtiche disegnate all’università, definisce “menomate” le persone affette da sindrome di Down e scrive frasi come “mi ha contattata un ne*ro”, sostenendo di volerlo “aggregare così nessuno mi poteva accusare di razzismo”.

“Le cose che avete mostrato nel servizio io le sapevo da anni, ma perché le ho vissute in prima persona – afferma Enrico (nome di fantasia, ndr) ex militante di Gn Bari – dovevi aderire fin da subito al loro modus operandi, non potevi contrastarli anche se non la pensavi come loro, non avevi diritto di parola, mi sono sentito dire: non siete cani sciolti, dovete stare al guinzaglio”.

È sempre in queste chat che i giovani militanti, dopo aver condiviso immagini di Hitler e Mussolini, selfie con le statue di cera del Duce e del Führer, slogan del movimento eversivo neofascista Ordine nuovo, e richiami alla Decima Mas, si scambiano messaggi vocali dal contenuto intriso d’odio: “Io non ho niente a che fare con un nero che puzza – annuncia uno dei militanti più attivi di Gn Bari – in Africa non sono abituati all’acqua, da voi non lo so se si usa farsi la doccia col sapone. Non potete andare nel pullman con le persone normali”.

“Giravano idee molto radicali – racconta Paolo (nome di fantasia, ndr), ex militante nelle giovanili di Fdi a Firenze – alla fine mi sono accorto che queste cose mi stavano cambiando e non ne ero nemmeno del tutto cosciente”.

All’interno dei circoli di Gioventù nazionale i contenuti offensivi sono frequenti, anche quando i militanti si trovano a margine degli eventi organizzati dal partito, come le manifestazioni in ricordo dei militanti del Fronte della gioventù uccisi durante gli anni di Piombo. Qui i giovani non perdono occasione per esprimere la repulsione rispetto alla comunità LGBTQI+ e all’idea che a scuola possano insegnare persone con diversi orientamenti sessuali: “Il mio professore di latino è gay e convive con un uomo”, “che schifo, cambia classe”, replica una militante; “ci sono i trans che si sentono donne e vanno a manifestare”, “ma è una donna o non è una donna?”, chiede un’altra.

Ad alimentare le posizioni più intolleranti e discriminatorie sono le stesse persone che, già oggi, ricoprono incarichi all’interno del partito. Durante il periodo trascorso sotto copertura la giornalista di Fanpage.it frequenta Elisa Segnini Bocchia di San Lorenzo, candidata, non eletta, al consiglio comunale di Bergamo, alle elezioni dell’8 e 9 giugno. Segnini è presentata come una delle giovani promesse della destra, oltre a essere consocia di Aristocrazia Europea, l’associazione monarchica tradizionalista con posizioni filorusse animata dal Barone nero Roberto Jonghi Lavarini, già protagonista della video inchiesta di Fanpage.it Lobby Nera.

Il ruolo di Segnini è rilevante perché oltre a essere una militante di Gioventù nazionale Pinciano, si trova a Roma perché è capo segreteria dell’onorevole Ylenja Lucaselli, componente della Commissione bilancio. In presenza delle telecamere Segnini si defila, come accaduto in occasione della cerimonia organizzata per commemorare il militante di destra Paolo Di Nella, quando decide di non partecipare al rito del presente perché corre il rischio di essere ripresa dalle telecamere dei giornalisti presenti e creare imbarazzo alla deputata.

Nel privato, però, Segnini rivendica la propria posizione radicale, dichiarandosi una vera estremista: “Non ho mai smesso di essere razzista né fascista – premette – quindi non ti preoccupare, mi stanno sempre sui coglioni i ne*ri e i comunisti”.

Durante la preparazione della campagna elettorale, a proposito della possibile elezione di Ilaria Salis, Segnini dichiara il suo proposito in caso di mancata elezione dell’attivista allora reclusa in Ungheria: “Vado apposta a Budapest, a fare festa, vado con Orban e gli dico [Ilaria Salis, ndr] deve marcire in galera con i topi e con i ratti, che le mangiano le dita dei piedi. Oppure la metti nel deserto e la fai mangiare dalle formiche.” È il 7 giugno, la sera della chiusura della campagna elettorale di Nicola Procaccini in vista delle europee e mentre si recano alla festa organizzata dal partito i militanti se la ridono: “Il nero sta bene su tutto tranne che sulla pelle”.

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