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La dieta di Tamberi è pericolosa e dannosa

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Chi pratica sport a livello amatoriale deve prendere come riferimento i modelli di atleti che applicano stili di vita estremi? No, scimmiottare metodi di allenamento e comportamenti dei super atleti non solo è sbagliato ma può rivelarsi dannoso per un comune praticante dello sport. Noi normali siamo lontani anni luce da quei modelli, sottolinea Lorenzo […]

Chi pratica sport a livello amatoriale deve prendere come riferimento i modelli di atleti che applicano stili di vita estremi?

No, scimmiottare metodi di allenamento e comportamenti dei super atleti non solo è sbagliato ma può rivelarsi dannoso per un comune praticante dello sport. Noi normali siamo lontani anni luce da quei modelli, sottolinea Lorenzo Donini, professore di Scienze dell’alimentazione alla Sapienza.

I tentativi di riprodurre questi esempi mi lasciano fortemente perplesso anche perché gli schemi di allenamento degli atleti non sono noti, non ci sono pubblicazioni. La medicina dello sport applicata ai professionisti è un mondo sconosciuto».

Cristiano Ronaldo si dice abbia un indice di massa grassa del 3%. E’ un valore da copiare?

Donini risponde con un netto no. La massa grassa di una persona normale è del 15-17% per l’uomo e del 25-27% nella donna, quindi la percentuale di Ronaldo non è fisiologica ma «per un fuoriclasse che guadagna miliardi può essere giustificabile in certe fasi della carriera, non lo è in tutti gli altri casi».

Oggi viene molto spinta fra gli sportivi una alimentazione a base di proteine, proposte anche nell’acqua. Ha senso?

Non ha senso dal punto di vista biochimico, osserva Donini, ma lo ha quando si vogliono ottenere prestazioni al di sopra di ogni essere umano come saltare oltre i 2 metri e 30. Va bene che un tipo come Tamberi esasperi le sue potenzialità così come è ammissibile per un nuotatore che fa 7 chilometri in acqua e deve fare sacrifici in ogni campo. In conclusione, ciò che si possono permettere i fuoriclasse non è applicabile ai dilettanti. […]

La magrezza in generale è un aiuto nello sport?

Risponde Gianfranco Beltrami, vicepresidente federazione italiana medici dello sport e capo della commissione medica mondiale baseball e softball. In alcuni sport come ginnastica ritmica, body building, pattinaggio figurativo, danza sportiva il giudizio degli arbitri è condizionato anche dall’aspetto fisico quindi avere chili in più non è un aiuto. Lo stesso vale per i saltatori, i fondisti. Ma parliamo di atleti chiamati a esprimersi a alti livelli.

Cos’ è la magrezza?

Beltrami: non dipende dal peso ma dalla percentuale di massa grassa. Ci sono due tipi di massa grassa. Quella primaria, necessaria per il funzionamento degli organi, che non dovrebbe scendere al di sotto del 4% nell’uomo e al 13% nella donna che ha bisogno di questa componente ai fini riproduttivi. Poi c’è la riserva di grassi che l’organismo tende a accumulare. La media dei calciatori è 8-12%. Il rischio di scendere sotto questi standard è la malnutrizione, che incide negativamente sul rendimento dei muscoli e sulle difese immunitarie.

Quando la magrezza diventa un rischio?

Risponde Sandro Donati, oggi coordinatore della metodologia di allenamento dell’istituto di medicina dello sport, presente alle Olimpiadi di Parigi per un dialogo continuo con le squadre. Secondo Donati, il confine tra magrezza fisiologica e eccesso di magrezza è molto labile. È un confine scivoloso che, se oltrepassato, porta l’individuo, atleta olimpico e praticanti di tutti i giorni, a un danno. Il pericolo è la perdita di massa muscolare. In più, le oscillazioni di peso non sono mai auspicabili.

C’è il rischio di scivolare nell’ossessione?

Certamente si, afferma Donati. L’esasperazione della perdita di peso non è mai positiva. Il timore di Donati è che Tamberi sia giunto a questo punto pur non avendo bisogno di raggiungere tanta magrezza, essendo un atleta la cui forza sono tecnica, velocità di esecuzione e reclutamento di capacità nervose.

Tamberi dice che il rischio di coliche renali è più alto con l’aumento di peso. L’ingrassamento può esserne responsabile?

Loreto Gesualdo, past president della società italiana di Nefrologia, risponde: «Dipende dal tipo di alimentazione. In generale il rischio di coliche renali è superiore nei Paesi occidentali, dove si mangia male e di più e la popolazione di conseguenza tende al sovrappeso. Sullo sviluppo della colica influiscono, oltre alla cattiva alimentazione, predisposizione genetica e metabolismo».

Quali consigli per lo sportivo che cerca il dimagrimento?

Michelangelo Giampietro, specialista in scienze dell’alimentazione, racchiude il concetto in poche parole, prudenza unità a buon senso. Per intraprendere questa strategia bisogna essere seguiti da uno specialista che effettui l’attente valutazione dello programma da intraprendere, tenendo conto della ricadute a lungo termine sullo stato di salute.

Il dimagrimento non sempre è necessario e non equivale a perdita di peso. L’obiettivo è la perdita di grasso in eccesso. Il rendimento nello sport può essere condizionato se manca energia. Un conto è essere magri a prescindere dalla prestazione sportiva, un altro è diventarlo per ottenere benefici sul piano del rendimento e della tenuta mentale. […]

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