le auto elettriche sono una fregatura: costano troppo, hanno poca autonomia e trovare colonnine di ricarica e funzionanti è una mission impossibile. Uno studio realizzato dalla società di consulenza strategica McKinsey ha certificato che nel mondo quasi un acquirente di auto elettriche su tre (il 29 per cento) vuole tornare a guidare un mezzo a benzina o diesel. E la percentuale dei “pentiti” arriva addirittura al 50 negli Stati Uniti.
I motivi sono sempre gli stessi: prezzi alti, punti di ricarica pubblici insufficienti, tempi troppo lunghi per fare un pieno. Il risultato è che i veicoli a batteria non si vendono con le percentuali stimate e sperate dai fautori della rivoluzione green. La loro quota di mercato nel mondo è ancora limitata e, senza incentivi, scende rapidamente. Le case automobilistiche, pur sottolineando che indietro non si torna per gli ingenti investimenti effettuati sull’elettrico e per non lasciare campo libero ai cinesi, hanno iniziato a rivedere i loro piani.
Molte hanno lanciato piattaforme multiple, dove costruire sia veicoli a batteria sia a motore termico. E la maggior parte ha mantenuto in listino modelli a benzina o diesel, rallentando la svolta. Ma se non riusciranno ad abbassare i prezzi delle auto con la spina e a renderne l’acquisto vantaggioso rispetto ai modelli “tradizionali”, la transizione resterà un miraggio. Anche perché carenza delle infrastrutture e tempi di ricarica non aiutano. E occhio ai “pentiti” fotografati da McKinsey.