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Questa lingua sacerdotale universale è il Senzar, la lingua in cui è stato scritto ‘un vecchio libro’ redatto dalle parole degli esseri divini, che lo dettarono ai figli della Luce, in Asia centrale, all’inizio della 5° Razza (la nostra). C’era un tempo in cui questa lingua era nota agli Iniziati di ogni nazione, quando gli antenati dei Toltechi la compresero facilmente, così come gli abitanti della perduta Atlantide che l’ereditarono, a loro volta, dai saggi della terza razza, i Manushi, che l’avevano imparata direttamente dai Deva della 2 ° e 1° razza”.
In pratica il sen-zar, insieme alla conoscenza che esprimeva, divenne esoterico dopo l’inabissamento di Atlantide e, da universale, fu limitato a pochi. Come risultato di questo processo di occultamento, in ogni nazione si svilupparono due lingue: una profana e popolare, quella delle masse, e una sacerdotale e segreta, quella degli iniziati e degli adepti, cioè il linguaggio universale che un giorno sarà forse nuovamente padroneggiato dall’umanità.
In fondo, l’esistenza delle lingue sacre è conosciuta in tutto il mondo: il Latino era, e in misura limitata è ancora, una lingua sacra per la Cristianità occidentale; l’ebraico lo è per il Giudaismo, come il sanscrito per l’Induismo o il pali per il Buddhismo. Le lingue sacre sono utilizzate nelle Scritture, per i rituali, e spesso persino nell’ambito accademico per questioni religiose.
Eppure, il sen-zar sembra essere qualcosa di molto più semplice e al contempo molto più complesso delle “comuni” lingue sacre. La sua storia etimologica, per com’è descritta, sembra riportare ai primordi del nostro ciclo mondiale, prima che l’uomo avesse una lingua fisica per parlare e una mente per pensare.
Sembra essere stato il possesso comune di un’umanità nascente prima dello sviluppo della lingua come oggi la intendiamo. La grande distruzione simboleggiata da miti come la Torre di Babele, il Diluvio Universale o lo stesso inabissamento di Atlantide, al di là di una plausibile realtà storica, sembra rappresentare la simbolica scissione che, a un certo punto, si verificò nell’evoluzione della razza umana.