La vicenda:
Una donna di 80 anni di Rovereto, Maria Malfatti, è morta a novembre 2023 lasciando un’eredità di 5 milioni di euro alla sua badante albanese, Arta.
I dieci nipoti della donna sono stati esclusi dall’eredità e hanno deciso di presentare un esposto in Procura per chiedere di accertare la validità del testamento.
Le motivazioni:
I nipoti contestano la decisione della zia di lasciare tutto alla badante, sostenendo che la donna non era in grado di intendere e volere al momento di firmare il testamento.
Inoltre, i nipoti affermano che la badante aveva circuito la zia per ottenere i suoi beni.
La badante si difende:
Arta ha respinto le accuse dei nipoti, affermando che la donna era lucida e consapevole al momento di firmare il testamento.
Inoltre, la badante ha dichiarato che la donna la considerava come una figlia e che il testamento era un gesto di riconoscenza per l’affetto e le cure che le aveva prestato negli ultimi anni.
Le indagini:
La Procura di Rovereto ha aperto un’inchiesta per accertare la validità del testamento e per verificare se ci sono stati dei vizi di forma o se la donna è stata sottoposta a pressioni indebite.
Al momento non è ancora chiaro se i nipoti avranno ragione o torto.
La vicenda ha acceso un acceso dibattito sulla validità dei testamenti in favore di badanti e colf.
Ecco alcuni spunti di riflessione:
Quali sono i criteri per accertare la capacità di intendere e volere di una persona?
Come si può tutelare la libertà di scelta di una persona anziana nel momento in cui decide di lasciare la propria eredità a una persona che la accudisce?
C’è un limite alla riconoscenza che una persona anziana può dimostrare verso chi la accudisce?
La vicenda di Rovereto è un caso complesso che pone interrogativi etici e legali di grande rilevanza.
Sarà interessante seguire gli sviluppi dell’inchiesta e le eventuali decisioni del tribunale.