Roberto Poletti, giornalista e biografo di Matteo Salvini, ha confessato a “Verissimo” di essersi sposato in gran segreto con il suo storico compagno, Francesco Naccari, ben due anni fa, nell’ottobre del 2022.
Un matrimonio civile tenuto nascosto per due anni, fino a quando la notizia è stata diffusa da Dagospia. Poletti, visibilmente infastidito, ha dichiarato: “La nostra unione civile è avvenuta a ottobre di due anni fa. La notizia è stata diffusa nel tentativo di ledere la mia carriera in qualche modo”.
Il giornalista si è poi soffermato sulla sua riservatezza: “Ho sempre tenuto la mia vita privata lontana dai riflettori. Non ho mai negato la mia omosessualità, ma non ne ho mai parlato pubblicamente.”.
Le parole di Poletti hanno acceso un acceso dibattito sui social media. In molti hanno criticato il suo riserbo, accusandolo di ipocrisia, in quanto biografo di un leader politico, Matteo Salvini, che ha spesso espresso posizioni contrarie alle unioni civili e ai diritti LGBTQ+.
Selvaggia Lucarelli, in particolare, ha commentato su Twitter: “Per Poletti il matrimonio con un uomo è stato un tabù. Tutto in segreto, mai conferme. Ora il leghista, biografo di Salvini, per lanciare il programmino su Rete4 saluta l’agognata privacy… Ma chi se ne frega?”.
La vicenda di Poletti ha sollevato diverse questioni:
È giusto che un giornalista tenga nascosta la propria vita privata per paura di ripercussioni sulla sua carriera?
C’è ancora un clima di omertà e di discriminazione verso le persone LGBTQ+ in Italia?
Qual è il ruolo dei media nel raccontare le storie di persone LGBTQ+?
La scelta di Poletti di vivere il suo matrimonio in segreto è sicuramente controversa. Tuttavia, è importante ricordare che la privacy è un diritto fondamentale e che ognuno è libero di scegliere come vivere la propria vita.
La speranza è che, in futuro, storie come quella di Poletti non facciano più notizia e che l’omosessualità sia vista come una normalità, senza pregiudizi o discriminazioni.