Una morte per crisi cardiaca improvvisa? Una cosa che ci si aspetta da un 80enne. Il Novichok di cui si parla a proposito dell’avvelenamento di Alexei Navalny? Più passa il tempo e più è probabile che alcune sostanze siano difficili da trovare. Lo spiega oggi il medico legale Francesco Introna in un’intervista rilasciata al Quotidiano Nazionale. Introna, che ha eseguito le autopsie dei casi Claps, Kerchner e Rea, spiega che in 14 giorni è possibile far sparire le tracce del veleno: «Dipende dalla sostanza usata, dalla quantità e dall’efficienza dei laboratori. Se si usano veleni biologici potenzialmente fatali, come l’insulina, tracce non se ne troveranno. Anche in caso di sostanze vegetali esogene c’è la possibilità di non trovarle, se il corpo è in decomposizione». Introna è comunque possibilista: «Se, invece,si tratta di veleni chimici, ci sono depositi anche nelle ossa, oltre che nei luoghi più tradizionali come la colicisti». Per questo, ragiona Introna, «dare il corpo dopo 14 giorni è una follia. Se Mosca ha deciso di fare così, evidentemente ha calcolato che è il tempo necessario per fare sparire gli indizi. I laboratori russi sono espertissimi in questo ambito ed è verosimile che le sostanze somministrate non si troveranno più. Basti pensare che la salma di Lenin è stata mummificata con delle componenti che nessuno conosce». Introna spiega anche che «il Novichock, di cui si parla per Navalny, è una sostanza sintetica sconosciuta e della quale esistono tantissime varianti. Per trovarla nell’organismo serve comunque avere la sostanza di riferimento che in Italia e penso in Europa nessuno ha».
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