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Che fine faranno adesso i 2.279.266 voti (8,1%) che Forza Italia ha ottenuto alle politiche dello scorso anno? Una volta erano molti di più. Nel 2001 ne ha presi 10.923.431 (29,4%) e il Pdl del 2008 ne aveva 13.629.464 (37,4%) .Dalla fine del quarto governo Berlusconi nel 2011 il declino è stato inesorabile. Eppure anche i pochi voti di oggi pesano. Senza questi il centro-destra non avrebbe ottenuto il successo che ha avuto lo scorso settembre.
Quindi torniamo alla domanda: quale futuro ha davanti a sé Forza Italia? Nessuno ha la sfera di cristallo e tanto meno il sottoscritto. Ma un ragionamento sensato si può tentare formulando alcune ipotesi. Una è quella della diaspora. Passata l’ondata emotiva questo è il rischio che incombe sul partito. Forza Italia è stato il partito di Berlusconi. Non esiste un successore al suo interno.
Come è arcinoto, tutti i possibili delfini, o presunti tali, sono stati eliminati. Come Saturno il cavaliere ha divorato i suoi figli. Politicamente questo è stato il suo limite. Ha creato un partito intorno a cui è riuscito con grande abilità e lungimiranza a unificare la destra italiana, ma non si è preoccupato affatto di fare in modo che potesse continuare a giocare questo ruolo quando il suo appeal personale è diminuito o alla sua morte. Il futuro del partito non lo interessava. Nel 1994 ha colmato un vuoto, oggi lo lascia.
All’esterno del partito ci sarebbe una figura che sulla carta avrebbe forse la possibilità di evitare la diaspora. È la figlia Marina. Neanche a farlo apposta ha lo stesso nome di quella Marine Le Pen che, sostituendosi al padre, ha trasformato il Front National in un partito dinastico. La trasformazione di Forza Italia da partito personale a partito dinastico è una possibilità.
Ma questo passo sembra che Marina non abbia voglia di farlo. Pare invece che preferisca guidare il partito da dietro le quinte insieme alla ultima compagna del padre. Per un po’ forse potrà reggere ma al momento in cui si tornerà a votare una Forza Italia eterodiretta non può funzionare. Per prendere i voti occorre metterci la faccia. Il voto sarà il momento della verità. Se Marina Berlusconi deciderà alla fine di raccogliere effettivamente la eredità politica del padre le elezioni europee del 2024 saranno l’occasione giusta.
Ma forse non si arriverà né alla diaspora né alla discesa in campo di un altro Berlusconi. Un’altra ipotesi è quella della fusione. Fino a che Forza Italia non si frantuma o non declina drammaticamente il partito ha un valore nella borsa della politica. La sua quota del mercato elettorale italiano è modesta ma decisiva.
Una operazione del genere sarebbe – a parti invertite- quello che Berlusconi fece nel 2008 incorporando Alleanza Nazionale dentro Forza Italia. Allora l’operazione non riuscì, nonostante il 37,4% dei voti, perché il Cavaliere non volle farsi da parte per dare spazio a Fini. Adesso che lui non c’è più potrebbe forse avere successo. Ma per una operazione del genere ci vuole una leader con tanto coraggio.
L’ultima ipotesi è quella di un leader esterno al partito e esterno alla famiglia. Un leader naturalmente gradito alla famiglia. Ma fra tutte francamente ci sembra l’ipotesi più inverosimile, anche se nella politica italiana si è visto di tutto negli ultimi trenta anni.
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