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Antonio Tajani per il ruolo politico che ricopre e la capacità di rilanciare Forza Italia (l’operazione della due giorni del Ppe a Roma ha avuto successo e ha riportato FI a essere centrale nella famiglia europea), Gianni Letta per la sua funzione “diplomatica” di raccordo con le istituzioni e Marina Berlusconi per la parte finanziaria: Berlusconi è Forza Italia e Forza Italia è Berlusconi, ma in attesa che il Cavaliere torni ad essere operativo tocca a loro tre vestire i panni dei “supplenti”. Con Marta Fascina che è un passo indietro all’ex presidente del Consiglio ma che può contare sui big emergenti suoi fedelissimi, da Alessandro Sorte a Tullio Ferrante. L’uomo forte resta il coordinatore, vicepremier e ministro degli Esteri, ha un legame stretto con la famiglia ed è il “garante” non solo della linea ma anche delle esigenze delle aziende.
Ma tra i parlamentari forzisti c’è comunque preoccupazione per il futuro, tanto che alcuni tra i gruppi vorrebbero “agganciare” Renzi in prospettiva. Al momento non sono previste le nomine di un coordinatore del Nord, di uno del Centro e del Sud. Ieri i medici che seguono da vicino Berlusconi hanno smentito seccamente che il paziente del San Raffaele sia stato trasferito alla terapia intensiva. A fargli visita sono stati la primogenita Marina e il fratello Paolo. Entrambi si sono trattenuti all’incirca un’ora. Nessun allarme, l’ex premier che aveva già trascorso 45 giorni nella struttura ospedaliera a causa di una polmonite in un quadro di leucemia mielomonocitica cronica, ha passato una notte tranquilla nel reparto del padiglione Q1. Per lui una degenza ordinaria che, tuttavia, lo ha costretto a rinviare il grande rientro dopo le dimissioni del 19 maggio. Il pranzo con i ministri è slittato. Occorrerà aspettare qualche giorno per far sì che Berlusconi riprenda la sua attività, al di là delle telefonate avute due giorni fa con Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Tra l’altro ha fatto capire nei giorni scorsi che non intende essere tirato per la giacchetta riguardo quelle che considera «beghe» di partito.
Nel frattempo, si moltiplicano gli attestati di vicinanza. All’assemblea nazionale di Italia viva a Napoli Matteo Renzi ha voluto mandargli «un grande abbraccio di guarigione» e ha fatto scattare un applauso «per un uomo che sta combattendo con una grinta, tenacia e forza che molti di noi avversari politici ammiriamo stupiti e commossi». Il ragionamento dei dirigenti è che Forza Italia non è destinata affatto ad essere ridimensionata, né tantomeno a «sciogliersi» dentro Fratelli d’Italia o nella Lega. Anzi, punta proprio sulle Europee – con Berlusconi candidato o no si vedrà più avanti – anche perché l’asse tra i Popolari e i Conservatori ci potrà essere dopo il voto e non solo per le resistenze della Cdu tedesca. E anche con la Lega sarà competizione, considerato che Weber e lo stesso Tajani hanno fatto capire che non è in vista alcuna alleanza con Afd e con Marine Le Pen.
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