“ASCOLTO IL PARERE DEGLI ALTRI, MA SONO IO CHE PRENDO LE DECISIONI” – SE VI CHIEDETE PERCHÉ ARMANI È STATO RIBATTEZZATO RE GIORGIO, IL SUO DISCORSO ALL’UNIVERSITÀ CATTOLICA DI PIACENZA, CHE GLI CONFERITO UNA LAUREA HONORIS CAUSA, SPIEGA TUTTO. IL BILANCIO A 88 ANNI: “IL MIO È STATO UN PERCORSO LUNGO, A TRATTI COMPLESSO. TENETE DURO, ABBIATE RIGORE SUL LAVORO, MA NON DIMENTICATE CHE A CASA AVETE IL CANE, IL GATTO, IL MARITO, LA NONNA, L’AMANTE. ANDANDO AVANTI HAI BISOGNO DI PERSONE AL TUO FIANCO…”
È un Giorgio Armani emozionato quello che parla al pubblico del teatro Municipale di Piacenza, tanti giovani venuti ad ascoltarlo nel giorno in cui l’università Cattolica gli conferisce la laurea honoris causa in Global business management. È una laurea «speciale» non solo per il prestigio, ma perché a Piacenza, lo stilista è nato, 89 anni fa, prima di trasferirsi a Milano. «Da Piacenza sono partito per cercare la mia strada, che ho trovato a Milano, ma le mie radici sono e rimarranno sempre qui», dice nella sua lectio magistralis. Affiorano ricordi come «le gite in bicicletta sul Trebbia, ma soprattutto la guerra, quando mia madre mi portava dalla camera al quinto piano nel rifugio, di notte, era molto brutto».
La platea è affollata di ragazzi ed è a loro che re Giorgio si rivolge: «Questa laurea non deve essere una conclusione, ma mi ha obbligato a ricordare un percorso impegnativo che ho fatto dimenticando me stesso, e questo ve lo sconsiglio. Lavorate, tenete duro sul vostro lavoro, abbiate rigore, ma non dimenticate che avete a casa il cane, il gatto, il marito, la nonna, l’amante. Andando avanti hai bisogno di persone al tuo fianco». Di sé dà una definizione perfetta: «Sono un creativo razionale». Nel mondo della moda è l’unico che ha ancora il controllo assoluto dell’azienda: «Ascolto gli altri, ha detto, ma poi decido solo io». E sull’annoso dibattito se la Moda sia arte, Armani dice la sua con chiarezza: «Io ho sempre visto il mio ruolo vicino a quello di un sociologo, più che a quello di un’artista. Ho sempre offerto al mio pubblico strumenti nuovi, di emancipazione e di autorappresentazione, capaci di dare nuovi significati ai gesti quotidiani».
Il mio è stato un percorso lungo, a tratti complesso, ma i momenti difficili sono riuscito a superarli con l’impegno, la dedizione e il rigore, valori che ho assimilato in famiglia, gli stessi che raccomando di seguire sempre, per dare forma a ciò in cui si crede, ancor di più oggi che si moltiplicano i successi effimeri. Perché quel che richiede impegno, invece, dura. Il mondo cambia e il progresso va vissuto per la sua parte più positiva. Con coraggio e fiducia, ho sempre coltivato con fierezza, difendendola, la mia indipendenza.
Ascolto il parere degli altri, ma sono io che prendo le decisioni, soppesando sempre rischi e benefici, con un grande senso di responsabilità. In questo modo ho costruito un Gruppo che nel mondo è diventato sinonimo di qualità, bellezza, misura, armonia, di quei valori estetici e industriali che fanno grande l’Italia. Ho iniziato creando vestiti e un passo dopo l’altro mi sono avventurato in altri ambiti sempre con coerenza e mai con avventatezza.
Sono un creativo razionale, ma la spinta nasce sempre dalla passione, da un’intuizione e dal desiderio bruciante di realizzarla. Ogni idea, in fondo, è frutto di un innamoramento e questo lavoro, che per me è la vita, è un atto continuo di amore. Anche a voi raccomando di coltivare l’amore per ciò che fate con rispetto di chi vi è vicino. Ho parlato di me, in questo discorso, pensando soprattutto a voi studenti. E vorrei, con la mia storia, essere un esempio, uno stimolo e ricordare a tutti che il lavoro vero porta lontano.