TANTO PER CAMBIARE, L’ITALIA È SPACCATA IN DUE – C’È L’ALTA VELOCITÀ, CHE FA IL PIENO DI PASSEGGERI CON TRENI DI ULTIMA GENERAZIONE, E POI CI SONO I PENDOLARI, COSTRETTI A VIAGGIARE IN CARRI BESTIAME SEMPRE IN RITARDO. LO STATO DELLE FERROVIE ITALIANE È PIETOSO: METÀ DELLA RETE È A BINARIO UNICO. E BASTA UN DERAGLIAMENTO A FIRENZE PER BLOCCARE TUTTA LA PENISOLA, COME SUCCESSO IERI…
Metà della rete ancora a binario unico. Dietro la cartina di tornasole dell’alta velocità, che incide per il 10 per cento appena della rete, i pendolari vivono incubi quotidiani tra ritardi e intoppi: non a caso oltre un milione di passeggeri mancano all’appello rispetto agli anni pre-Covid. E, ancora, i treni merci e locali sono vecchi e viaggiano su linee dove i controlli sono carenti. È la radiografia di un’Italia dalle ferrovie sempre più fragili. E basta un incidente, come quello accaduto a Firenze, per far andare in tilt tutta la rete.
Su 16 mila chilometri di rete, 9 mila sono a binario unico. E c’è un tema di controlli. Secondo gli ispettori dell’Agenzia in diversi tratti non si ha ad esempio contezza dello stato dell’arte dei binari. Non va molto meglio sul fronte dei controlli sui convogli: «Sono emerse non conformità nel controllo della manutenzione dei veicoli, in particolare dei mezzi di trazione. Ciò che desta attenzione è soprattutto il fatto che alcuni gestori continuano a rimanere in silenzio rispetto alle azioni proposte nei loro piani. Inoltre, sono emerse non conformità nei processi di gestione della pianificazione degli interventi».
Intanto i pendolari — stanchi forse di soffrire — sui treni regionali salgono sempre meno. Nel 2020 e nel 2021, il Covid ha fatto scendere centinaia di migliaia di italiani dai treni, preoccupati di contrarre il virus nei vagoni affollati delle linee locali. Ora però che la pandemia è arginata, tante persone a bordo non tornano più. E così l’istantanea di un Paese diviso in due si fa sempre più nitida. L’Italia ha snodi ferroviari efficienti (Milano, Roma, Napoli) e altri critici, come Firenze teatro dell’ultimo incidente. C’è l’alta velocità delle Frecce e di Italo che fa il pieno di viaggiatori. […] E ci sono invece convogli regionali cadenti che starebbero molto meglio nel Museo ferroviario di Pietrarsa (Napoli) piuttosto che in servizio sui binari: la loro età media è di 17,3 anni nel Lazio, di 21,5 in Umbria, di 22 in Molise.
L’ammodernamento delle rete, la ristrutturazione di treni già in servizio, l’acquisto di convogli all’avanguardia (soprattutto per le linee regionali). Tutto questo passa anche dal Piano di rilancio dell’economia (il Pnrr), largamente finanziato dall’Unione europea. Al capitolo ferrovie, il Piano stanzia 25 miliardi di euro. In verità, pur di rispettare la scadenza del 2026 e completare i lavori, i governi Conte II e Draghi hanno infilato nel Piano molte opere già sostenute da altri fondi. A conti fatti, e in molti casi, il Piano non garantirà dunque qualcosa di effettivamente nuovo rispetto alla programmazione già avviata.