2023: ODISSEA NELLO SBALLO – A ROMA È STATA SEQUESTRATA PER LA PRIMA VOLTA LA “MOONROCK” (“PIETRA LUNARE”) UNA DELLE VARIETÀ DI MARIJUANA PIÙ POTENTI AL MONDO CHE PROVIENE DALL’AMERICA – I CARABINIERI SONO RISALITI A UNO SPACCIATORE, CON 14 DI HASHISH E SEI DI MARIJUANA IN CASA, DOPO AVER OSSERVATO IL VIA VAI DI GIOVANISSIMI IN UN PALAZZO – IL “MOONROCK” HA UNA PERCENTUALE DI THC DEL 62%, QUASI IL DOPPIO DELLA MARIJUANA PIÙ COMUNE…
È stato portato a termine due giorni fa, a poca distanza da viale Trastevere, il primo sequestro in Italia di Kurupt Moonrock, una delle varietà di marijuana più potenti al mondo, con una percentuale di principio attivo (Thc) del 62 per cento, contro il 33 per cento delle altre selezioni più comuni sul mercato. Gli agenti della squadra giudiziaria del distretto Monteverde hanno osservato il via vai di giovanissimi in un palazzo sulla circonvallazione Gianicolense. Hanno fermato un acquirente e gli hanno trovato alcune dosi in tasca. Così sono risaliti allo spacciatore, un ragazzo romano di 24 anni, che è stato arrestato, in attesa del processo.
Durante la perquisizione in casa gli investigatori diretti da Fabio Germani hanno trovato e sequestrato 20 chili di droga, 14 di hashish e sei di marijuana: cioè la potentissima Moonrock. Si tratta di una pietra di hashish con l’erba al suo interno. Adesso le dosi di Moonrock costano circa 30 euro al grammo contro i 13 della marjuana più comune. Un’erba così potente, spiegano gli esperti, non è certo di interesse per i consumatori dai 30 anni in su, che fumano generalmente per rilassarsi. La percentuale del 60 per cento di Thc costituisce un grave fattore di rischio per i soggetti suscettibili geneticamente alle psicosi, alla schizofrenia.
Ora, attraverso il deep web, la Moonrock è arrivata a Roma. Di fronte all’ennesimo nuovo pericolo per i giovanissimi Emanuele Perrone, psicologo della cooperativa sociale Parsec, impegnata nelle politiche di prevenzione e riduzione del danno, invoca un cambio di passo nel dibattito sull’uso delle droghe. «Purtroppo — dice — in Italia la dialettica è polarizzata tra proibizionismo e antiproibizionismo, ma esistono diversi modelli di regolazione del fenomeno » . Negli Usa è stato scelto «un modello neoliberista che delega alle aziende la produzione della cannabis — spiega — le quali, trattandola come un prodotto, hanno incrementato i livelli di Thc. In Italia l’aumento del principio attivo è una scelta delle mafie».