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Dichiarare di non essere superstiziosi è una mezza verità… Infatti, tutti noi, anche chi si ritiene razionale e positivista, almeno una volta nella vita abbiamo ceduto alle lusinghe della superstizione.
Ci siamo così lasciati illudere dai meccanismi simbolici che albergano nella parte ancestrale della nostra psiche, facendo magari uso di oggetti, parole e gesti per allontanare quel senso d’ansia che ci travolge al cospetto dell’incertezza. Quindi guardare alla superstizione con razionalità corrisponde a prendere atto delle nostre paure e soprattutto del nostro status di creature spesso terrorizzate dalla consapevolezza della fragilità della condizione umana.
In modo forse troppo semplicistico potremmo considerare la superstizione un mezzo per rispondere a quelle esigenze che non trovano soddisfazione nella religione e nella scienza. Si tratta però di un approccio alla realtà privo di razionalità e comandato da un modus operandi di tipo magico.
La superstizione infatti si sorregge sul pensiero magico e quindi richiede tutta una serie di azioni che “hanno effetto” sul piano simbolico, ma non su quello reale.
Ciò nonostante, la storia dell’uomo è attraversata dalla superstizione: la sua presenza è documentata già in tempi antichissimi e ancora oggi gode di buona salute, malgrado le conoscenze scientifiche di cui disponiamo dimostrino la sua totale irrazionalità.
Insomma, bisogna prendere atto che la superstizione non è solo “roba da primitivi”, oppure pratica per “persone ignoranti”, ma è parte integrante della dimensione antropologica della nostra società.
Certe manifestazioni della superstizione si riscontrano, paradossalmente, nelle società più avanzate: segno che questo approccio alla realtà è parte di un linguaggio simbolico, con una propria autonomia e vitalità.
In estrema sintesi possiamo dire che la superstizione si pone come mezzo di difesa simbolica contro forze ed eventi altrimenti ritenuti difficili da contrastare con i soli strumenti naturali. Inoltre, l’approccio superstizioso effettua una proiezione nel futuro, cioè ritiene di possedere i mezzi per effettuare previsioni attraverso l’interpretazione di una gamma vastissima di segni premonitori.
Per cercare di conoscere meglio la superstizione abbiamo strutturato questo sito in due parti. Nella prima cercheremo di guardare il fenomeno con razionalità, analizzandone aspetti storici e sociali, avvalendoci di un approccio antropologico, che ci consenta così di capire cosa alimenti la superstizione, quali istanze ci siano alle sue radici e perché continui a essere tanto diffusa.
Nella seconda parte, i lettori troveranno superstizioni prese da un complesso di credenze vastissimo, alcune molto note, altre quasi sconosciute. Naturalmente non si tratta di una raccolta esaustiva, ma di una documentazione che offre una visione globale dello sconfinato mondo della superstizione. I casi riportati, al di là del loro effettivo valore, sono soprattutto testimonianze culturali: conoscerne il significato, o quanto meno le valenze sul piano psicologico e sociale, può essere un modo per valutare un po’ meglio certi nostri atteggiamenti; allo stesso tempo può servire a cogliere, dietro ad azioni simboliche apparentemente prive di significato, il riflesso di necessità materiali e spirituali dell’uomo, consapevole della sua fragilità al cospetto delle forze della natura.