Ricordate la lunga e incomprensibile conferenza stampa su Medjugorje, i veggenti, i presunti messaggi della “Madonna impiegata postale”? A quanto pare era uno scherzo. Il 22 novembre è stata comunicata la costituzione di un gruppo di lavoro per i casi di pseudo-misticismo, di asserite apparizioni, di visioni e messaggi attribuiti a origine soprannaturale. La stampa ne ha preso atto, pensando che fosse riferita soprattutto alla cosiddetta veggente di Trevignano, Gisella Cardia, specializzata in moltiplicazione degli gnocchi.
In realtà, Medjugorje ci rientra, perché è difficile recepire oggettivamente l’analisi dei fatti denunciati dai vescovi di quelle Chiese locali (cioè, truffa, affarismo ecc.) dato che in diritto canonico non si trova prevista e punita una fattispecie qualificata come “falso misticismo”. Sono i canonisti che, talvolta, usano questa espressione se produce un delitto di abuso.
Di “falso misticismo” parla un regolamento del Dicastero per la Dottrina della Fede, ma soltanto per presunti fenomeni soprannaturali, nel momento in cui vengono esaminati dottrinalmente.
La proposta […] è partita dal Prefetto del Dicastero ed è grazie a lui che la direzione dei lavori è stata affidata al Prefetto per i testi legislativi, l’arcivescovo Filippo Iannone, un bravo giurista inviso e emarginato dai poco competenti che finora hanno scarabocchiato i testi giuridici del Pontefice.
Il gruppo di lavoro, già costituito, è composto da esperti indicati da entrambi i dicasteri. Altro aspetto positivo è che tipicizzando giuridicamente il falso misticismo, si distingue anche meglio quello di abuso. E pensando alle tante esecuzioni sommarie eseguite dalla Dottrina della Fede su indicazione più o meno veritiere, si ricomincerà a parlare di giustizia anche nella Chiesa.