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Bari Asl non riusciva a spendere tutto il contante ricevuto dalle tangenti…

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La guardia di finanza di Bari ha arrestato 10 persone (in carcere e ai domiciliari) per i reati di associazione […]

La guardia di finanza di Bari ha arrestato 10 persone (in carcere e ai domiciliari) per i reati di associazione a delinquere, corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio e turbata libertà degli incanti. L’inchiesta riguarda alcune tangenti per appalti nella sanità, tra gli arrestati ci sono imprenditori e dirigenti Asl. In corso anche numerose perquisizioni.

L’inchiesta sulla presunta corruzione all’Asl di Bari ha portato alla luce “l’esistenza di un mercimonio della funzione pubblica negli uffici strategici della Asl di Bari, con particolare riferimento alla Uoc di ‘IngegneriaClinica’, dell’Uos ‘Edilizia Sanitaria’ e dell’Uos ‘Edilizia Sanitaria’, nell’ambito delle quali tre pubblici ufficiali avrebbero operato nella gestione degli appalti pubblici ricompresi nel loro settore di competenza perseguendo gli interessi di una cerchia ristretta di imprenditori, a loro legati da uno spregiudicato sistema corruttivo, tuttora in corso”.

Un’intercettazione mostra le dinamiche delle dazioni, in cui uno degli indagati afferma: “e poi mi ha detto – ma la’ mi hanno detto che la perizia al San Paolo, dovete dargli avete incassato la perizia dovete dare gli altri soldi- ed io gli ho detto – Giova’ noi e’ stata approvata la perizia, e gli abbiamo dato i primi trenta (ndr 30.000 euro) adesso facci prendere almeno il primo SAL della perizia, e gli porteremo gli altri e trenta (ndr. 30.000 euro) – – ah ok – perche’ questi”.

Dall’inchiesta emerge “il conseguimento da parte dei predetti pubblici ufficiali., in virtu’ di un vero e proprio rapporto sinallagmatico, di svariate utilita’ in violazione dei principi di imparzialita’, trasparenza e conflitto di interessi”. Come emerge da un’intercettazione, uno degli indagati si lamenta: “si’, ma qui non si capisce come mai il flusso e’ solo verso l’esterno”! “il flusso e’ sempre verso l’esterno… ma non c’e’ nessun rientro” e “questo ci ha preso a noi per la gallina dalle uova d’oro, cioe’ questo si sta frecando nu sacc d t’rnis (soldi) di contanti da noi ()”.

Tra i metodi per “occultare” le illecite dazioni, uno era quello di commissionare l’acquisto di oggetti di valore, come gioielli e pelletteria di marca. Ad esempio, uno degli indagati, trovando online l’articolo desiderato, forniva a un imprenditore il codice di riferimento, dichiarando: “() allora il sito e’ Chanel e questo e’ il coso… e il codice e’ questo qui… poi bisogna andare qua… boh! Come si fa? () che avete deciso per il mio orecchino? gli hai dato il codice? Hai preso qualche decisione? O niente? amore”.

Il flusso di denaro generato dalle tangenti era cosi’ elevato da risultare problematico da spendere. In una conversazione intercettata, un indagato si lamenta: “Aumentiamo! invece di diminuire aumentiamo! Il problema e’ che come ti dicevo non riesci a… ormai e’ diventato difficile anche… capito? Veramente e’ diventato difficile utilizzarli! io ce la metto tutta, ma… quest’anno e’ stato tosto!” oppure afferma: “Se mi girano i coglioni comincio a spendere tutto, eh! domani guarda mi compro l’orecchino! E cominciamo con l’orecchino!”.

Un altro elemento e’ “l’alterazione e la falsificazione degli atti amministrativi dei numerosi procedimenti d’appalto”, con strategie mirate a massimizzare i profitti, in danno della collettivita’. Un indagato confessa: “Ritardo di ott… sette mesi! Sette mesi di ritardo! allora io, perche’… per non perdere i soldi ho dovuto dichiarare il falso… ho dovuto dichiarare che i lavori sono finiti il 30 dicembre!”.

Gli inquirenti riportano inoltre “il ricorso a subappalti illeciti” con lavori eseguiti senza alcuna preventiva autorizzazione, poi regolarizzati tramite un’impresa connivente indicata dal primo appaltatore. La documentazione tecnica sulle varianti veniva persino redatta dall’impresa appaltatrice, sebbene fosse una funzione riservata al direttore dei lavori: “eeeh…una cosa Ignazio, senti, io ho bisogno …io il SAL BIS ho visto… vabbe’, va benissimo…eeehm diciamo l’excell va bene, l’unica cosa che ho bisogno che venga riportato sul SAL perche’ io, ti dico la verita’, non lo so fare”.

Tra i pubblici ufficiali e gli imprenditori si riscontra “un legame di fiducia reciproca”, al punto che alcuni imprenditori svolgevano la funzione di “cassaforte” per il denaro illecito accumulato. “() si pero’ quell’operazione bisogna farla … portare via tutto, …questo” [] “Eh… l’alternativa sarebbe la cassaforte a Bari, ma… che cambia?”.

Questo sistema di corruzione avrebbe portato anche a “una forte lievitazione dei costi”, con gravi danni per le finanze pubbliche. Gli imprenditori gonfiavano i costi nei computi metrici con il consenso dei pp.uu., come confermato da un’intercettazione: “Io ho stimato che di quei lavori forse 5 mila euro stanno () Come li giustifichiamo gli altri 120 mila euro?” e ancora: “ti ho spiegato che, quale era il problema? Che i prezzi gonfiati quando gli feci vedere il conto (incompr.) erano i prezzi al doppio, al triplo! senza…. disc – non so da dove cazzo (incompr.) questo e’ un computo fasullo”.

Il sistema di corruzione era esteso ad altre imprese e figure coinvolte in appalti pubblici. Uno degli indagati chiede: “() tu fammi solo capire una cosa, abbiamo delle… ancora delle… degli sponsor o andiamo di tasca nostra? (…)”. Gli indagati, per evitare intercettazioni, utilizzavano diverse precauzioni, come lasciare i telefoni cellulari negli uffici o comunicare tramite bigliettini, detti “pizzini”, per trasmettere informazioni riservate.

Inoltre, avevano pronte giustificazioni per il denaro in contante, come affermato da uno degli indagati: “[] se vengo a fare una perquisizione a casa tua e ti trovo 20 mila euro in contanti, tu puoi dire: ‘Io quei 20 mila euro li ho avuti da mio padre che mi ha dato’ () ‘mi ha dato l’eredita’, ce li aveva’, oppure: ‘Io percepisco il fitto a nero, quelli sono tutti i fitti che io ho percepito e che ho tenuto che ho tenuto da parte’.

Tu lo puoi dimostrare che e’ una tangente? No. Allora il cristiano lo puoi arrestare, pero’ poi al processo, o comunque lo puoi indagare, ma al processo se ne uscira’ pulito perche’ quello l’avvocato dimostrera’ che quei soldi dove sta scritto che e’ la tangente? Mica sta scritto sopra alla banconota

Tangente’. Quindi tu () per poter arrestare e fare il mazzo, devi fare devi avere la flagranza di reato, che e’ una cosa quasi impossibile da fare”.

Un sistema di “corruzione endemica e molto radicata”, che rappresenta “un segnale molto negativo” per la collettività. Così il procuratore di Bari, Roberto Rossi, spiegando i dettagli dell’inchiesta che ha portato oggi a 10 arresti a Bari per associazione a delinquere, corruzione, falso, turbata libertà degli incanti e subappalti illeciti. L’indagine, ha proseguito, nasce da altre inchieste fatte dai pm baresi sulla Protezione civile regionale, per le quali è già stato condannato l’ex dirigente Mario Lerario.

“Uno degli imprenditori coinvolti in queste inchieste – ha precisato Rossi – faceva riferimento ad altri appalti, e per questo abbiamo aperto un nuovo filone di intercettazioni, soprattutto ambientali”. “La corruzione incide sulla qualità dei lavori, e quindi dei servizi di cui si servono i cittadini. In alcuni casi – ha aggiunto – gli stessi che approvavano i lavori si rendevano conto che il livello era talmente basso che non bisognava esagerare”.

Le indagini che hanno portato agli arresti di oggi sono iniziate a ottobre 2023. Gli inquirenti, nel comunicato con cui è stata annunciata l’operazione, sottolineano anche come le condotte illecite degli indagati (in totale sono 17, sette a piede libero) siano da inquadrare in un “‘sistema’ standardizzato di condotte delittuose attuato” condividendo “informazioni riservate tra i pubblici ufficiali e gli imprenditori riguardanti i lavori da realizzare” nelle strutture della Asl di Bari, “concretizzando, in taluni casi, il turbamento del procedimento amministrativo finalizzato a condizionare le modalità di scelta del contraente”.

Per provare ad aggirare eventuali indagini, il gruppo attuava delle cautele: negli uffici non avveniva lo scambio di denaro (che si trovava nascosto in buste o cartelline); gli indagati parlavano solo dopo aver lasciato il cellulare in stanze diverse; i contanti venivano lasciati nelle giacche, o in borse che si trovavano in macchina, e poi altri venivano a recuperarli.

Paola Andriani e suo marito, il dirigente della Asl Bari Nicola Iacobellis, arrestati questa mattina per un giro di tangenti legati ad appalti dell’Azienda sanitaria locale, avevano la predilezione per gli oggetti di lusso che acquistavano rigorosamente con danaro contante, che loro chiamano “i ducati”, custoditi presumibilmente nella loro villetta della Selva di Fasano (Brindisi). E’ quanto emerge dalle 655 pagine del provvedimento cautelare notificato ai 10 arrestati accusati, a vario titolo, per associazione a delinquere, corruzione, falso, turbata libertà degli incanti e subappalti illeciti.

E’ il primo maggio del 2024 quando Andriani dice al marito (e una microspia registra la conversazione) che vuole realizzare delle tende a marchio Hermes per la loro casa. La donna ostenta le proprie ricchezze e, rivolgendosi al coniuge, dice con tono scherzoso, indicando la borsa e i gioielli che indossa: “Sono tutta decorata Cartier, Vuitton, Hermes”.

La coppia parla anche del danaro contante che non riesce a spendere, della dipendente del loro dentista che “storce il naso” quando loro le propongono di pagare in contanti 6.000 euro di spese mediche. Ma gran parte delle preoccupazioni della donna sono per il danaro che hanno accumulato che è ” diventato difficile utilizzare”.

Dice Andriani in uno sfogo col marito: “Se mi girano i c… comincio a spendere tutto, domani mi compro l’orecchino! E cominciamo con l’orecchino”. (…). “Questo – prosegue la donna – è un ottimo sistema”. E ancora: “Aumentiamo invece di diminuire, aumentiamo! Il problema è che come ti dicevo non riesci a… ormai è diventato difficile anche… capito? Veramente è diventato difficile utilizzarli! Io ce la metto tutta… ma quest’anno è stato tosto”.

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1 commento su “Bari Asl non riusciva a spendere tutto il contante ricevuto dalle tangenti…”

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