La Nato è in grado di fornire meno del 5% delle capacità di difesa aerea ritenute necessarie per proteggere i suoi membri in Europa centro-orientale da un attacco su larga scala. Lo scrive il Financial Times, citando stime dell’Alleanza Atlantica.
Per il quotidiano della City, ciò mette a nudo la portata delle vulnerabilità del continente. Il rafforzamento della difesa europea sarà un dossier centrale al vertice Nato che si terrà a luglio a Washington, in vista del quale si riuniranno oggi a Praga i ministri degli Esteri dell’Alleanza.
Alcuni leader europei e funzionari militari, scrive ancora il Ft, hanno avvertito che Mosca potrebbe avere la capacità di attaccare un membro della Nato entro la fine del decennio. In una revisione della difesa dello scorso anno, Londra ha descritto la “sfida della protezione contro gli attacchi dal cielo” come “la più acuta da oltre 30 anni”.
Per il Ft, il fallimento degli Stati europei della Nato negli ultimi mesi nel fornire ulteriori attrezzature di difesa aerea all’Ucraina ha sottolineato le limitate scorte del continente di questi sistemi costosi e di lenta fabbricazione, ma ha anche stimolato una serie di iniziative per cercare di trovare soluzioni, come lo Sky Shield, promosso da Berlino, e la richiesta di Polonia e Grecia alla Commissione europea di contribuire allo sviluppo di un sistema di difesa aerea europeo.
Intanto crescono le preoccupazioni della Nato alimentate dalla proliferazione di droni d’attacco a basso costo e a lungo raggio, come quelli usati dalla Russia contro l’Ucraina.
Gli Stati Uniti temono che i recenti attacchi di droni ucraini che hanno preso di mira i sistemi di allerta nucleare russi possano innervosire pericolosamente Mosca, in un momento in cui l’amministrazione Biden sta valutando se revocare le restrizioni all’uso di armi Usa da parte dell’Ucraina negli attacchi oltre confine.
“Gli Stati Uniti sono preoccupati per i recenti attacchi dell’Ucraina contro i siti russi di allarme precoce dei missili balistici”, ha dichiarato un funzionario statunitense, che ha parlato a condizione di anonimato per via della delicatezza della questione.
Washington ha comunicato a Kiev le sue preoccupazioni per i due tentativi di attacco dell’ultima settimana contro le stazioni radar che forniscono una difesa aerea convenzionale e l’allarme di lanci nucleari da parte dell’Occidente. Almeno un attacco ad Armavir, nella regione russa sud-orientale di Krasnodar, sembra aver causato alcuni danni.
“Questi siti sono luoghi sensibili perché la Russia potrebbe percepire che le sue capacità di deterrenza strategica sono prese di mira, il che potrebbe minare la capacità della Russia di mantenere la deterrenza nucleare contro gli Stati Uniti”.
Un funzionario ucraino che ha familiarità con la questione, tuttavia, ha affermato che la Russia ha utilizzato i siti radar per monitorare le attività dell’esercito ucraino, in particolare l’uso da parte di Kiev di armi aeree, come droni e missili. Il funzionario ha confermato che la Direzione dell’intelligence militare ucraina, il Gur, è responsabile degli attacchi.
La Russia potrebbe adottare misure nel campo della deterrenza nucleare se gli Stati Uniti dispiegheranno missili a corto e medio raggio in Europa e in Asia. Lo ha riferito il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov intervistato dalla Ria Novosti. ”Gli Stati Uniti e la Nato sono pienamente coinvolti nel conflitto in Ucraina e non si fermeranno davanti a nulla”, ha aggiunto.
“Tuttavia, speriamo che le esercitazioni russe e bielorusse in corso sull’uso di armi nucleari non strategiche diano ai nostri avversari una pausa di riflessione, ricordando loro le conseguenze catastrofiche che potrebbero derivare da un’ulteriore escalation nucleare”, ha detto Lavrov.