A trovarlo morto, nel suo suv accostato sul ciglio di via Minutilla, la bretella parallela all’autostrada per l’aeroporto di Palermo, sono state la moglie, l’eurodeputata della Dc Francesca Donato, e la figlia. Angelo Onorato, 56 anni, architetto e proprietario di un negozio di arredamento, era in auto senza vita sul sedile del guidatore con una fascetta di plastica stretta attorno al collo. Sulla camicia una chiazza di sangue.
«Ho un appuntamento» Prima di uscire di casa avrebbe detto alla famiglia di avere un appuntamento con una persona di Capaci, centro sulla costa palermitana. Non vedendolo rientrare, la donna ha provato a chiamarlo e mandargli messaggi, ma non ha avuto risposta. Preoccupata, insieme ad alcuni familiari ha tentato di trovarlo tramite il localizzatore del cellulare.
Così sarebbe arrivata sulle tracce dell’auto e poi alla macabra scoperta. «Me l’hanno ucciso», avrebbe confidato Donato ad alcuni amici dopo aver chiamato la polizia. «Ho visto lo sportello del Range Rover aperto e due persone che urlavano. L’uomo era al lato guida e aveva una fascetta sul collo e un po’ di sangue sulla camicia. Erano circa le 15.15», ha raccontato un testimone che si trovava in via Minutilla al momento del ritrovamento del corpo dell’architetto. Le persone viste accanto al suv, secondo la ricostruzione della polizia, erano probabilmente la Donato e la figlia.
Il caso ha tutti gli elementi del giallo. Gli inquirenti l’inchiesta è condotta dalla Squadra Mobile ed è coordinata dal procuratore di Palermo Maurizio de Lucia al momento non escludono nessuna pista. Onorato potrebbe essersi tolto la vita stringendosi alla gola la fascetta, un laccio molto resistente di quelli che di solito usano gli elettricisti, o essere stato ucciso da qualcuno che era in auto con lui. L’architetto, dunque, potrebbe essere stato strangolato dal passeggero seduto sul sedile posteriore e non al suo fianco, circostanza che farebbe pensare alla presenza nel veicolo di almeno due persone oltre alla vittima.
La macchia di sangue sulla camicia, dicono gli inquirenti, sarebbe compatibile col soffocamento. Nel veicolo, però, non sono state trovate tracce di colluttazione. Ed è questo che farebbe propendere per la tesi del suicidio. Se qualcuno avesse passato attorno al collo di Onorato la fascetta e poi l’avesse chiusa stringendola, l’architetto avrebbe certamente avuto il tempo di divincolarsi. Gli amici della coppia, però, non credono al gesto volontario.
Decisive per chiarire cosa sia accaduto potrebbero essere le immagini delle videocamere della zona, una strada trafficata e con molti negozi e aziende. Come importanti saranno le testimonianze di familiari e conoscenti (ieri sera sono stati sentiti Francesca Donato, la figlia, e un avvocato a cui sarebbe stato chiesto di una eventuale lettera ricevuta dall’architetto) e le indagini sulla vita e sul lavoro dell’imprenditore.
Dai primi accertamenti sembra che l’uomo, che in passato è stato anche candidato alle ultime elezioni regionali per la Dc, avesse una serie di crediti che non riusciva a riscuotere: un fatto che sarebbe confermato da alcuni amici e che avrebbe potuto creargli problemi economici. «C’è solo tanto dolore, sconforto e sgomento. Rimane scolpito nei nostri cuori la sua generosa voglia di vivere. Incancellabile nei nostri occhi il dono del suo sorriso», le parole di Totò Cuffaro, l’ex governatore siciliano, ora segretario nazionale della Democrazia Cristiana.
Sono rimasti fino a mezzanotte venerdì al Tennis Club di viale del Fante per la festa di inizio estate. L’ultima per Francesca Donato, l’europarlamentare ex Lega da tempo vicina a Totò Cuffaro, e per il marito, Angelo Onorato, l’imprenditore uscito da casa ieri mattina col sorriso fra le labbra, passato dal cantiere di famiglia facendo battute con i dipendenti e trovato morto strangolato alle tre del pomeriggio dentro la sua auto, sulla parallela dell’autostrada per l’aeroporto.
Che Onorato, anche lui candidato non eletto con la Democrazia cristiana di Cuffaro alle ultime regionali del 2022, abbia potuto stringere una fascetta da elettricista come cappio al collo, per suicidarsi, è un’ipotesi esclusa da chi lo conosce bene. Scartata con certezza da chi brindava a bordo piscina l’altra sera al TC1 con questo elegante cinquantenne in carriera, sempre vicino alla moglie.
Alta, bella, bionda, determinata, lei. Spesso controcorrente e all’attacco su moneta unica o green pass, pronta al contrattacco sui talk show. E lui sempre accanto, da Bruxelles agli studi televisivi. Strappando tempo alla vendita di arredi e accessori per la casa nello show room di via Villafranca da qualche anno ceduto ad altri commercianti. Assentandosi dall’altro suo negozio di viale Strasburgo o dal cantiere edile ereditato dal padre, costruttore pure lui. Nata ad Ancona, Francesca Donato s’era trasferita per amore a Palermo dove il 24 aprile la coppia ha festeggiato in allegria le nozze d’argento e dove sono nati i due figli oggi ventenni, Salvatore e Carolina.
Sanno in tanti del contrasto con il fratello Leo, arrivato ieri sera da Firenze. Ma giurano tutti che le incomprensioni sulla divisione di una proprietà non hanno peso da tempo. E di una famiglia felice parla l’assessore alla famiglia della Regione siciliana, Nuccia Albano, anche lei in quota Cuffaro, amica della coppia e medico legale: «Ne ho visti di morti ammazzati, ma questo non è suicidio».
Il giallo inquieta anche questo gruppo coeso che si ritrova da qualche tempo attorno a Cuffaro. Un gruppo sempre animato anche dalla presenza di Onorato che alle regionali prese però solo 846 voti, insufficienti per l’ingresso a Palazzo dei Normanni. Forse per questo avrebbe pensato di ampliare la sua attività, dopo la cessione dello show room un tempo aperto con la catena Rimadesio. Tentava forse di acquisire altre quote di mercato. Una scommessa economica che diventa possibile traccia per indagini avvolte nel nuovo giallo di Palermo.