Un maresciallo della Marina Militare, Francesco Restivo, è stato arrestato con l’accusa di aver gonfiato le pensioni di 14 commilitoni. Lo stratagemma era semplice ma efficace: Restivo, addetto alla gestione delle pratiche pensionistiche, modificava i dati dell’INPS a favore dei suoi “clienti”, facendo risultare stipendi più alti e quindi aumentando l’ammontare delle pensioni e del trattamento di fine servizio.
L’operazione, condotta dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma, ha portato al sequestro di 649mila euro, provento dell’illecito guadagno.
Come funzionava il sistema? Restivo sfruttava la conversione dalla lira all’euro per gonfiare gli stipendi. In pratica, trasformava gli importi originariamente erogati in lire in euro, applicando un tasso di cambio più favorevole di quello reale. Questo stratagemma permetteva di aumentare artificialmente gli stipendi e, di conseguenza, le pensioni e il TFS dei militari coinvolti.
Oltre al maresciallo Restivo, sono stati indagati altri 14 militari. Le indagini, coordinate dalla Procura Militare di Roma, sono ancora in corso per accertare eventuali complici e per quantificare il danno complessivo arrecato all’erario.
Questo episodio rappresenta un’ulteriore macchia sull’immagine della Marina Militare. È importante che le forze dell’ordine continuino a svolgere la loro opera di controllo e repressione di questi fenomeni, per tutelare la legalità e garantire la corretta gestione delle risorse pubbliche.
Ecco alcuni dettagli sulla vicenda:
Il reato: I militari indagati sono accusati di associazione per delinquere, truffa militare e falsità materiale.
Il danno erariale: Il danno erariale complessivo è ancora da quantificare, ma si stima che ammonta a diverse centinaia di migliaia di euro.
Le indagini: Le indagini proseguono per accertare eventuali complici e per quantificare il danno complessivo arrecato all’erario.