24 ORE DI LE MANS DOPO 58 ANNI LA FERRARI FA’ LA STORIA

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La Ferrari torna a fare la storia alla 24 Ore di Le Mans. Un trionfo importantissimo per il Cavallino che è tornato a correre nella endurance francese nell’anno del centenario del circuit, dopo mezzo secolo di assenza nelle Hypercar, la classe regina del mondiale di Endurance (Wec). L’ultima vittoria di Ferrari a Le Mans risale al 1965 quando Rindt e Gregory portarono in trionfo la 250 LM. La Ferrari è riuscita nell’impresa di battere Toyota, la favorita di questa edizione e vincitrice indiscussa della 24 ore più famosa del mondo dal 2018. Un testa a testa Giappone-Italia che è durato per tutta la maratona, con le Ferrari partite prima e seconda e superate subito dalla Toyota GR010 numero 8 di Buemi. Era solo l’inizio di un elastico infinito che non ha visto mai nessuno scappare e accumulare grande vantaggio e che fino all’ultimo ha tenuto tutti con il fiato sospeso.

Primo colpo di scena arriva a mezzanotte. Per evitare una Porsche GT in testa coda la Ferrari di Pier Guidi finisce nella ghiaia e perde mezzo giro prima di tornare in pista in quinta posizione. Un’ora dopo è la Toyota ad avere problemi: la macchina numero 7 di Kobayashi è costretta al ritiro per un forte tamponamento ai danni della Ferrari Gt numero 66 e il costruttore giapponese lascia il comando alla Peugeot per pochi giri prima di tornare in testa con la numero 8 di Buemi, Hartley e Hirakawa. Alle due un altro colpo di scena. Un sasso sulla pista danneggia il sistema di raffreddamento del motore elettrico della Ferrari 50 guidata da Fuoco costringendo la vettura a una lunga sosta e alle giapponesi di prendere un po’ di margine. Nel cuore della notte un giro velocissimo della numero 51 con Pier Guidi al volante permette a Ferrari di acciuffare la Toyota numero 8: al pit stop Ferrari parte per prima, mente Toyota è ferma a cambiare un pezzo dell’anteriore. Da questo momento inizia il dominio della Ferrari 51 portato avanti a ritmo serrato e senza tentennamenti. Ma si cerca tenere i piedi per terra perché l’imprevisto è dietro l’angolo.

E infatti alle 10.32, a cinque ore e mezza dalla fine della gara, il sogno sembra infrangersi: un reset di sistema della 51 di Giovinazzi ferma ai box comporta un ritardo di un minuti, passa la Toyota numero 8 di Buemi. La distanza tra le due hypercar è meno di un secondo e alle 10.48 Pier Guidi riesce clamorosamente a superare la Toyota alla seconda chicane della Hunaudières. Il pilota piemontese spinge forte e regolare ma Toyota non molla e resiste fino all’impensabile. A tre ore dalla fine il distacco tra la Rossa e la giapponese è di appena 5,7 secondi, anche il più piccolo errore potrebbe costare l’intera gara. Nell’ora e mezza seguente la Ferrari accumula vantaggio, secondo dopo secondo, fino a quando alle 14.16 la Toyota numero otto di Hirakawa perde il posteriore e si gira sbattendo contro le barriere della curva Arnage. L’urlo dei tifosi della Ferrari rimbomba nel circuito, mentre Hirakawa torna ai box dove viene effettuata la sostituzione dell’anteriore ed esce con un ritardo di oltre 3 minuti e 22 secondi. Sembra fatta.

A un’ora e dieci dalla fine della gara la 499P numero 51 rientra per l’ultimo cambio gomme e rifornimento prima della fine: il pilota che porterà il Cavallino al traguardo di Le Mans è Alessandro Pier Guidi. La numero 51 gira regolare per conservare quanto si è meritatamente guadagnata, ma le sorprese non sono finite. Pier Guidi torna ai box per fare rifornimento ma l’auto sembra non ripartire e si riaccende dopo un minuto con il fiato sospeso. Toyota guadagna terreno, resta lucida per tutti gli ultimi venti minuti di gara. Ma è tutto inutile: la Ferrari di Calado, Guidi e Giovinazzi ha tagliato il traguardo per prima (341 giri con un distacco dalla giapponese di oltre un minuto e mezzo), vincendo la 24 Ore di Le Mans 58 anni dopo l’ultima volta. Chiude quinta la gemella di Fuoco, Molina e Nielsen.
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